Bufera su Manuela Arcuri per un post pubblicato su Instagram con cui ha omaggiato Assunta Maresca, boss della camorra morta recentemente all’età di 86 anni. L’ha definita, infatti, «una donna coraggiosa, forte, senza paura» che «agiva di impeto», sottolineando che aveva sbagliato più volte. «”Ho pagato con le mie lacrime le mie scelte!”. Così racconta la sua tormentata vita, che io nel 2013 ho interpretato in una delle mie fiction di maggior successo. Addio Pupetta RIP», ha concluso Manuela Arcuri. L’attrice ha, infatti, indossato i panni della donna in una fiction Mediaset trasmessa su Canale 5.
Ma la sua dedica ha scatenato diverse polemiche sui social. I meno duri l’hanno invitata a cancellare il post, giudicato un insulto a tutte le vittime della camorra. Dal canto suo, l’attrice non solo non ha cancellato il post, che quando vi scriviamo è ancora presente sul suo profilo, ma non ha neppure replicato. Già otto anni fa la fiction Pupetta fu criticata da Paolo Siani, fratello del giornalista Giancarlo, ucciso per mano della camorra, e Lorenzo Clemente, marito di Silvia Ruotolo, uccisa da un proiettile vagante. Così come si era scagliato contro don Tonino Palese.
MANUELA ARCURI, BUFERA SU INSTAGRAM “VERGOGNA”
«Questo post è una vergogna per tutte le vittime di camorra di quegli anni, sia causate dalle sue decisioni sia quelle che innocentemente sono cadute per la sua sfida contro Cutolo», tra i primi commenti al post di Manuela Arcuri su Pupetta Maresca. «Cancella questo post..non è giusto per tutte le vittime della camorra» e «Donna coraggiosa, forte ecc ecc? Hai dimenticato di scrivere camorrista. Forse non hai ancora capito chi era, forse faresti bene a chiedere alle vittime di camorra così ci arrivi di più» sono invece altri commenti che compaiono sotto al post.
Assunta Maresca, nota anche come Pupetta, è stata protagonista di uno degli episodi più eclatanti della storia della camorra. Nel 1955, infatti, al sesto mese di gravidanza, uccise il presunto mandante dell’omicidio del marito Pasquale Simonetti. Per gli inquirenti quel delitto si inquadrava nella guerra di camorra per la gestione del mercato ortofrutticolo. Pupetta fu arrestata e partorì il primo figlio, Pasqualino, in carcere. Condannata a 13 anni e 4 mesi, Pupetta fu poi graziata dopo oltre 10 anni di reclusione.
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