Nel pomeriggio di oggi nel rinnovato salotto di Domenica In sarà ospitata Valeria Bertolucci, moglie di Louis Dassilva – attualmente unico indagato per l’omicidio della 78enne riminese Pierina Paganelli – e rivale in amore di Manuela Bianchi: proprio su quest’ultima ci concentreremo in questo articolo per indagare la sua (in larghissima parte ignota) biografia, il rapporto con i protagonisti di questa terribile vicenda culminata con l’accoltellamento dell’anziana signora e – soprattutto – tutti i dubbi che gli inquirenti hanno avanzato in questi lunghi mesi di indagini sulla sua controversa figura.
Partendo dal principio, rispondere a chi è Manuela Bianchi è abbastanza complesso perché non abbiamo gradi tracce sulla sua vita precedente alla morte della 78enne, ma al contempo sappiamo che oggi ha 53 anni, che per lungo tempo ha lavorato come operatrice sociosanitaria e che fino a pochi mesi fa era la nuora di Pierina, sposata (verrebbe da dire, visto l’epilogo, poco felicemente) con il figlio Giuliano Saponi; così come è certo che durante la relazione abbia sempre vissuto in quella via del Ciclamino che lo scorso ottobre è diventata teatro dell’accoltellamento.
Chi è Manuela Bianchi, cosa c’entrava con Pierina Paganelli e i dubbi degli inquirenti sul suo ipotetico coinvolgimento nell’omicidio
Un altro dei pochi dettagli noti sulla vita privata di Manuela Bianchi è che nell’aprile dello scorso anno (a circa 6 mesi dall’omicidio) era stata allontanata dallo stesso Saponi dal nido coniugale perché quest’ultimo avrebbe scoperto – non sappiamo come, forse fu lei stessa a confessarlo – che intratteneva una relazione extraconiugale: qui entra in gioco l’indagato Louis Dassilva, uomo al centro di questa tresca e che al contempo era sposato con Valeria Bertolucci.
Proprio la relazione Dassilva-Bianchi sarebbe – secondo la tesi degli inquirenti che non è ancora stata dimostrata a processo – il motivo scatenante della furia omicida, perché Pierina Paganelli l’aveva scoperta e aveva ‘denunciato’ il tutto alla congrega di Testimoni di Geova che entrambe frequentavano, con il concreto rischio che l’adulterio ne avrebbe causata l’espulsione; ma nel frattempo – tra dubbi e certezze – non si esclude ancora del tutto che la donna potesse essere al corrente del (presunto) intento omicidiario dell’amante e che non avrebbe fatto nulla per farlo desistere.
Per ora – e nell’effettivo mai in questi mesi – Manuela Bianchi non compare del registro degli indagati, ma come ricorda il Corriere della Sera ad aggravare (potenzialmente) la sua posizione ci sarebbero alcune intercettazioni con il fratello Loris in cui ipotizzava, senza fare nomi, di riconoscere “l’infermità mentale [per] tutto quello che ha passato”, sottolineando che “lui non è così”; così come dopo la scoperta del corpo di Pierina Paganalli avrebbe chiesto all’amante di cancellare tutti i messaggi che si erano scambiati nel giorno precedente all’omicidio.