LA VISITA DI PAPA FRANCESCO NEL CARCERE DI VENEZIA E L’INCONTRO COMMOSSO CON MANUELA CACCO
Tra le tante detenute incontrate domenica da Papa Francesco nel sua tappa al carcere della Giudecca di Venezia ve n’è una particolare “nota” alle cronache nere nazionali e che quest’anno ha ricevuto il suo primo permesso premio a 8 anni dall’omicidio per cui è stata condannata con concorso di colpa. Si tratta di Manuela Cacco, la tabaccaia padovana, condannata a 16 anni di carcere per concorso in omicidio di Isabella Noventa assieme all’amico/ex amante Freddy Sorgato e la sorella Deborah Sorgato.
Per la sua condotta esemplare in carcere e per l’aver collaborato con gli inquirenti nei primi attimi delle indagini sulla ricerca del corpo di Isabella (mai trovato finora, ndr), Manuela Cacco ha ricevuto lo scorso gennaio il via libera per un permesso premio fuori dalla detenzione per fare volontariato. Come racconta il “Corriere del Veneto”, Cacco alle compagne detenute ha confidato di essere molto emozionata per la visita del Papa e per il breve discorso che avrebbe dovuto tenere davanti a Sua Santità: è stata accompagnata passo dopo passo da Adriano Toniolo, il responsabile per la cooperativa “Il Cerchio” delle attività nella casa circondariale veneziana.
Il rilascio finale della Cacco, secondo la giustizia definitiva in Cassazione, è previsto per il 9 febbraio 2031 ma potrebbe anche uscire prima vista la buona condotta anche dopo l’inizio del lavoro diurno fuori dal carcere (per decisione del Tribunale di Sorveglianza). Ha raccontato brevemente il lavoro che ogni giorno lei e altre detenute svolgono all’esterno della Giudecca, chiedendo poi a Papa Francesco di pregare per loro e per le rispettive speranze future.
LE PAROLE DELLE DETENUTE E IL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO
«La sua visita inaspettata ci riempie di gioia», ha detto Manuela Cacco nel breve discorso davanti Papa Francesco nel cortile della Giudecca, «Le chiediamo Santo Padre di portare con sé nel suo cuore le nostre speranze. Le assicuriamo le nostre preghiere per il suo alto ministero e per il suo cammino come guida spirituale». Cacco parla come portavoce delle altre lavoratrici del laboratorio di sartoria e dell’intero personale della coop sociale “Il Cerchio”. «È con immensa gratitudine che le detenute del laboratorio di sartoria insieme a tutto il personale della cooperativa sociale le consegnano questo dono confezionato con le nostre mani», ha poi concluso prima di mettersi in fila per salutare personalmente il Santo Padre.
Una stretta di mano, l’aiuto al Papa nello scartare il regalo della papalina e infine le lacrime per lo sguardo amichevole che Francesco le ha donato: in pochi minuti un’esperienza attesa forse da tutta la vita, segnata negli ultimi anni dalla gravissima vicenda Noventa con il coinvolgimento in concorso su sparizione e omicidio della segretaria di Albignasego.
«Saluto con affetto tutti, e specialmente voi sorelle, detenute della Casa di Reclusione della Giudecca. Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore. Vorrei, perciò, che vivessimo questo momento non tanto come una “visita ufficiale”, quanto come un incontro in cui, per grazia di Dio, ci doniamo a vicenda tempo, preghiera, vicinanza e affetto fraterno», è il discorso invece fatto da Papa Francesco alle detenute del carcere di Venezia, a cui ha poi ricordato che tutti nella vita abbiamo errore «di cui farci perdonare e ferite da curare, io anche, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita». Seguendo l’esempio della Madonna, il Pontefice ha poi ringraziato le carcerate assicurando la preghiera per tutte loro, «questo è il dono che vi lascio. Guardate, è un po’ la tenerezza della mamma, e questa tenerezza Maria l’ha con tutti noi, con tutti noi, è la madre della tenerezza».