Il caso di Manuela Murgia a Chi l’ha visto? nella puntata di oggi, 29 maggio. La trasmissione di Federica Sciarelli si occupa della vicenda della 16enne trovata morta nel 1995 nella gola di Tuvixeddu a Cagliari, in circostanze che per gli inquirenti sarebbero ascrivibili ad un suicidio. Secondo la famiglia, che ha chiesto la riapertura delle indagini, si tratta di un omicidio e ci sono troppe incongruenze perché si possa parlare di un gesto estremo volontario. La ragazza, hanno dichiarato le sorelle in varie interviste alla stampa locale, non aveva motivo di togliersi la vita e poco prima di uscire di casa, il 4 febbraio di 29 anni fa, aveva lasciato sul tavolo un profumo e un rossetto, aveva indossato jeans sopra il pigiama come se avesse intenzione di rientrare velocemente e, dettaglio ancora più importante, aveva ricevuto la telefonata di qualcuno che non è mai stato identificato.



Il corpo di.Manuela Murgia fu rinvenuto il giorno seguente a seguito di una chiamata anonima e avrebbe presentato lesioni che, per i consulenti incaricati dai familiari, risulterebbero incompatibili con uno scenario suicidario. I parenti sono convinti della necessità di indagare ancora e che ci siano persone a conoscenza di informazioni utili: “C’è più di una persona che conosce cosa è successo – ha detto la sorella della 16enne a Casteddu Online –, facciamo un appello perché raccontino quello che sanno. Fatevi coraggio e parlare, anche in forma anonima, liberatevi e date giustizia a questa ragazzina“.



Il caso di Manuela Murgia archiviato come suicidio

Nel 1997, il caso di Manuela Murgia fu archiviato come suicidio. Le indagini di allora si sono fermate, ma la famiglia continua a chiedere che vengano riaperte perché le nuove tecniche investigative e numerosi elementi potrebbero consentire di ricostruire l’esatta dinamica della morte e arrivare alla verità sulla sorte della 16enne. “È stata uccisa“, ripetono le sorelle senza sosta nella speranza che gli inquirenti accolgano la loro istanza per far ripartire l’indagine.

Nonostante si sia privilegiata la pista di un gesto anticonservativo, lo scenario di un incidente, di un dolo di terzi o addirittura, ricostruisce Ansa, di un “investimento stradale colposo con successivo occultamento del cadavere” non sarebbero stati mai del tutto esclusi. Le lesioni riscontrate sul cadavere di Manuela Murgia, inoltre, secondo i parenti non troverebbero una spiegazione nella caduta, seppur da un’altezza come quella della gola di Tuvixeddu. Tra le incongruenze evidenziate dai consulenti di parte, alcuni segni “puntiformi” sulla schiena della minorenne che non troverebbero riscontro nelle condizioni dei vestiti indossati al momento della scomparsa. E si torna ancora a quella misteriosa telefonata prima della morte: “Qualcuno la chiamò quella mattina – ha dichiarato la sorella a Videolina –, magari con l’inganno, forse con la scusa di vedersi per pochi minuti, tant’è che lei, sotto il jeans che usò per uscire, lasciò i pantaloni che usava a casa“.



Il giallo nel giallo: chi fece ritrovare il corpo di Manuela Murgia sa qualcosa?

Nel mistero che avvolge la morte di Manuela Murgia, nonostante l’inchiesta di 29 anni fa portò all’archiviazione per suicidio, si innestano due gialli paralleli e ancora insoluti. Si tratta degli interrogativi senza risposta sull’identità della persona che, con una telefonata anonima, fece ritrovare il corpo della ragazza a Tuvixeddu e delle domande su chi ha chiamato la minorenne prima che uscisse di casa in tutta fretta. Si tratta della stessa persona o di soggetti diversi?

Chi fece la chiamata che portò al ritrovamento sa qualcosa? Queste e altre spinose questioni restano aperte nel giallo della giovane Manuela Murgia morta nel 1995. I familiari non hanno mai creduto al suicidio e ritengono che ci sia un assassino a piede libero da quasi tre decenni: E una bambina, non si può morire così. Vogliamo giustizia“.