Manuela Murgia aveva 16 anni e fu trovata senza vita il 5 febbraio 1995 nel canyon di Tuvixeddu, a Cagliari. Per gli inquirenti un suicidio a cui la famiglia, da decenni impegnata in una dura battaglia per avere giustizia, non ha mai creduto. Il caso della ragazza sarda era stato archiviato e nell’agosto scorso l’istanza di riapertura presentata dai legali dei familiari è stata respinta, ma i parenti non mollano e ora spunta un giallo nel giallo.



Secondo quanto denunciato dalla famiglia, infatti, sarebbero “spariti” atti del fascicolo e gli indumenti della vittima sarebbero stati “persi”. Per questo non sono nelle disponibilità del pool che assiste i cari di Manuela Murgia e questa situazione non è un unicum: pochi giorni fa, L’Unione Sarda ha parlato della scomparsa, dal Tribunale del capoluogo dell’Isola, di faldoni di documenti sulla vicenda di Aldo Scardella, vittima di un errore giudiziario suicida in carcere.



Manuela Murgia, spariti atti dal fascicolo: “Procura e Questura non sanno dire dove sono finiti”

È quanto dichiarato all’Ansa dall’avvocato Giulia Lai, che assiste la famiglia di Manuela Murgia insieme al collega Bachisio Mele. Secondo i legali, “nel fascicolo del caso mancano documenti e né la Procura né la Questura è in grado di dire dove siano finiti“.

I familiari sono convinti che la 16enne sia stata uccisa e le lesioni, secondo i loro consulenti, sarebbero incompatibili con un quadro suicidario. Il cadavere fu trovato il giorno dopo la scomparsa su segnalazione anonima alla questura. Non si scoprì mai il mittente di quella chiamata così come resta il mistero dell’ultima telefonata arrivata a casa di Manuela Murgia il 4 febbraio 1995, alla quale lei rispose per poi uscire dall’abitazione e non fare più ritorno. Secondo la famiglia, chi la chiamò al telefono quel giorno potrebbe averla attirata in una trappola per poi ucciderla.



Il mistero degli atti spariti a Cagliari: il caso di Manuela Murgia e Aldo Scardella

La sparizione di atti dal fascicolo dell’indagine sul caso di Manuela Murgia, riporta ancora Ansa, è stata segnalata dai legali poche ore dopo quanto emerso sulla presunta scomparsa, in Tribunale a Cagliari, dei documenti relativi all’inchiesta che portò Aldo Scardella in carcere da innocente. Un giallo su cui sarebbe intervenuto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che avrebbe promesso una “verifica”. Scardella si sarebbe suicidato in cella nel 1986 dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver partecipato alla rapina in un market in cui venne ucciso il titolare, Giovanni Pisanu. Nel 1996 emerse l’errore giudiziario e per quell’omicidio sarebbero state condannate altre persone.

Ora la famiglia di Manuela Murgia chiede attenzione sull‘analoga sparizione dei documenti del caso della 16enne e non solo: mancherebbero anche gli indumenti della vittima. Gli avvocati Lai e Mele avevano chiesto l’accesso all’intero fascicolo e ai corpi di reato – anzitutto proprio a quei vestiti indossati da Manuela Murgia quando morì -, ed è in quel momento che avrebbero scoperto tutto. L’avvocato Giulia Lai ha inoltre dichiarato che la Procura, nel rispondere alla loro istanza, avrebbe aperto alla probabilità che i reperti siano stati “custoditi per qualche tempo” per poi andare “dispersi” o “distrutti”.