Claudio Cecchetto e Mapi Danna si raccontano dopo trent’anni di matrimonio, dal momento del loro primo incontro fino agli alti e i bassi della loro storia d’amore. “Io seguivo Claudio da quando avevo dodici anni. Lo vidi in tv e dissi a mia madre: lo sposerò. Lei allibita – rivela Mapi nella doppia intervista che la coppia ha rilasciato a Il Corriere della Sera – Poi, a 19 anni, lavoravo in una produzione di Canale 5 con Raffaella Carrà. Quando seppi che sarebbe venuto ad accompagnare Sabrina Salerno, mi dissi: questo è il mio momento. E mi sono fatta notare”. Come? “Con una minigonna. Molto mini” svela Claudio.



Claudio Cecchetto aveva già un’esperienza alle spalle: “avevo fatto un primo matrimonio in Municipio a 26 anni, mi ero separato a 30, convinto che non fossi fatto per il matrimonio né per essere padre” ricorda a Il Corriere della Sera. Mapi Danna conferma che “aveva in mente il marito richiesto a casa per cena, ma se possiamo fare un torto all’amore è ingabbiarlo in un modello” e racconta di avergli fatto capire “che non avrei cercato di cambiarlo, che sposarsi non significa rinunciare a essere sé stessi, ma stare con qualcuno che ti aiuta a essere te stesso sempre di più. L’ho convinto che non l’avrei allontanato dai suoi progetti”. E così è stato per questa coppia così affiatata dopo tre decenni insieme.



Claudio Cecchetto: con Mapi Danna “una serie di piccoli divorzi”

Ci ho messo quattro anni a convincerlo a sposarmi” scherza Mapi Danna a Il Corriere della Sera, mentre il marito Claudio Cecchetto rivela che “ho capito che stavo bene con lei ed è arrivato il momento in cui mi sono detto: vorrei sposarla prima di morire”. Un momento che è arrivato all’età di 40 anni. Nella loro storia “il punto più alto” è stato “la nascita dei due figli: lì ti rendi conto di quanto l’amore sia qualcosa di concreto – ammette Mapi – Poi, in 34 anni, i momenti difficili ci sono, ma sono sempre stati passeggeri. Non possiamo pretendere che l’amore sia sempre uguale: cambia, e nei passaggi è difficile riuscire a rimanere in dialogo”.



Claudio Cecchetto confessa invece che “il segreto per stare tanto insieme è fare una serie di piccoli divorzi”, cioè “fare le cose in maniera separata allunga la vita di coppia. Noi dormiamo in camere diverse. Questo non vuol dire che, di notte, non ci s’incontra, ma uno può stendere le gambe, leggere quanto vuole. Abbiamo fatto anche il divorzio dell’auto”, così “lei ascolta la sua musica e io la mia”. Mapi conferma: “prendiamo camere comunicanti. È che io mi sveglio alle 5 e 30 del mattino e lui va a letto tardissimo. E comunque, la salvezza dell’amore è non vivere in simbiosi. Così, fuori, si trova energia da portare nella relazione. Bisogna amare l’altro per quello che fa e che è, non per come è quando è impegnato ad amare noi”.