L’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ex Capo di stato maggiore della Difesa, nonché ex presidente del comitato militare della Nato ed anche ministro della Difesa, ha parlato della crisi nel Mar Rosso sulle pagine di Quotidiano Nazionale. Il punto di vista è quello degli interessi italiani che sono in gioco in quelle acque, assediate dai miliziani Houthi che bersagliano le navi commerciali dirette in Israele e nelle quali da poco si è schierata una missione internazionale coordinata dagli USA.



“L’Italia”, spiega l’ammiraglio Di Paola, “ha un interesse primario ad assicurare la libertà di navigazione nel Mar Rosso”, perché per quella rotta, “per il nostro traffico commerciale e il nostro benessere economico, è una rotta chiave” ed è, contemporaneamente, necessario far rispettare due principi: “la libertà di navigazione in acque internazionali e l’interesse legittimo di Paesi come l’Italia che si basano sul commercio, che viaggia sostanzialmente via mare”. Ottima, dunque, la scelta dell’Italia, secondo l’ammiraglio Di Paola, di inviare nel Mar Rosso “le fregate Fasan e poi Martinengo, che sono tra quelle giuste per un impiego di questo tipo”, pur sottolineando che “sarà un impegno lungo“.



Ammiraglio Di Paola: “Ottima la missione UE nel Mar Rosso”

Secondo l’ammiraglio Di Paola, similmente, è positivo che si discuta di una missione europea nel Mar Rosso, e mentre le due fregate italiane operano esternamente alla missione americana, sarebbe “una scelta naturale” partecipare a quella europea. Tuttavia, oltre all’appartenenza comunitaria, “una missione europea si coordinerebbe strettamente con la missione a comando americano”, anche in virtù della “vastità dell’area potenziale di impiego, se la zona che si decide di proteggere non è solo la parte meridionale del Mar Rosso”.



Parlando, invece, degli Houthi, che assediano quelle acque, l’ammiraglio sottolinea che possiedono “un arsenale certamente insidioso, di matrice iraniana“, ma che fortunatamente è anche “decisamente contrastabile, come hanno dimostrato fino ad adesso le navi, in primis americane, che operano nell’area”. L’Intervento nel Mar Rosso da parte dell’Italia, sottolinea infine l’ammiraglio Di Paola, non implicherà anche un conseguente intervento terrestre, dato che quello angloamericano “è stato un modo per mandare un segnale forte”.