Proseguono per il terzo giorno consecutivo le ricerche del corpo di Mara Favro con gli inquirenti e i soccorritori attualmente concentrati sui territori tra Susa e Chiomonte – a poco più di 2 km di distanza dall’ultimo punto in cui è stata vista dal titolare della pizzeria in cui lavorava – a fronte della scoperta di un segnale telefonico proveniente dal cellulare della donna: sarebbe l’ultimissima testimonianza rimasta della presenza di Mara Favro, ma per ora non è chiaro se ci sarà qualche tipo concreto di riscontro.
Del caso – e delle ricerche – di Mara Favro è tornata a parlarne la puntata odierna di Ore 14 con la conduzione di Milo Infante che ha interpellato per l’occasione l’ex compagno della donna; ma prima di arrivare alle sue parole è importante ricordare che la 51enne è stata vista l’ultima volta nella notte tra il 7 e l’8 marzo scorsi mentre si allontanava a piedi dalla pizzeria in cui lavorava a Chiomonte: inizialmente si ipotizzò la pista di un allontanamento volontario, ma pian piano si è passati all’ipotesi di omicidio ed occultamento che attualmente vede indagati il titolare della pizzeria Vincenzo Milione e l’ex pizzaiolo Cosimo Esposito.
L’ex compagno di Mara Favro: “Le indagini sono iniziate troppo tardi”
L’ex compagno di Mara Favro – Massimiliano – ai microfoni di Ore 14 ci ha tenuto a mettere immediatamente in chiaro che dopo ormai quasi 8 mesi dalla scomparsa “purtroppo non abbiamo speranze che sia viva“, spiegando anche che dal conto loro – soprattutto a fronte del “legame fortissimo che aveva con la figlia” dalla quale “non si sarebbe mai allontanata” – i primissimi terribili dubbi sono scattati già quando la mattina dell’8 marzo “abbiamo provato a contattarla al telefono e non ha risposto”, non trovandola neppure nella sua abitazione nonostante ci fosse “l’auto in cortile”.
Passando al tema delle ricerche, l’ex compagno di Mara Favro si dice certo che “avremmo preferito un intervento molto più celere e repentino” ricordando che a causa dell’iniziale ipotesi dell’allontanamento non era stata disposta l’acquisizione “delle informazioni” necessarie al suo ritrovamento; mentre oggi la speranza è solamente che “almeno un frammento del suo corpo possa esserci riconsegnato” per poter spiegare con certezza una volta per tutte “alla figlia che la mamma è volata in cielo”, fermo restando il desiderio di “fare giustizia” per la sua inspiegabile morte.