Novità nelle indagini sul caso di Mara Favro, scomparsa la notte tra il 7 e l’8 marzo scorsi dopo un turno di lavoro in pizzeria a Chiomonte (Torino) e al centro di un giallo ancora irrisolto. La donna, 50 anni, non è stata ancora ritrovata e l’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere vede indagato il gestore dell’attività in cui lavorava, Vincenzo Milione noto Luca. Anche un collega della donna, Cosimo Esposito, pizzaiolo in quel locale al momento della sparizione, risulterebbe iscritto nel registro degli indagati ma i dettagli sulla sua posizione e sui sospetti della Procura non sono noti.
I due uomini avrebbero fornito versioni contrastanti sui movimenti di Mara Favro quella sera e poche ore fa, riporta Torinocronaca.it, l’auto del datore di lavoro sarebbe stata sottoposta a sequestro con provvedimento eseguito dai carabinieri nella giornata del 22 agosto. L’Agenda News riferisce che quanto registrato ieri potrebbe essere legato a una nuova fase investigativa alla ricerca di tracce potenzialmente utili a risolvere il mistero che da mesi avvolge la sorte della 50enne.
Mara Favro scomparsa, il giallo di Susa va avanti da mesi
Che fine ha fatto Mara Favro? La domanda accomuna il caso della 50enne di Susa scomparsa nel marzo scorso dopo aver lavorato in una pizzeria di Chiomonte, nel Torinese, a quello tuttora insoluto di Greta Spreafico, 53enne sparita misteriosamente in provincia di Rovigo nel 2022 e non ancora ritrovata. Due misteri che di tanto in tanto tornano in testa alle cronache con quale elemento di novità, ma mai con una svolta.
La speranza di queste ore, per i parenti di Mara Favro, è che la recente attività condotta dai carabinieri di Susa, come riporta Torinocronaca.it, possa significare un’accelerazione dell’indagine per arrivare al suo ritrovamento. Ed è di poche ore fa un’altra notizia, riportata dal quotidiano La Stampa, secondo cui l’ex datore di lavoro della donna, Vincenzo Milione, soggetto già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti penali, sarebbe finito recentemente in manette con l’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. I militari lo avrebbero trovato in possesso di 5 grammi di cocaina che l’indagato avrebbe definito “per uso personale”. Sottoposto a processo per direttissima a Torino, sarebbe stato scarcerato poco dopo.