Mara Maionchi e il suo rapporto con l’età, in difesa dei “diritti dei vecchi”. “A me in realtà non piace la parola anziano – confessa al quotidiano Libero – perché è come se ti stessero dando per spacciato. Un vecchio può dare ancora qualcosa, può essere utile perché il mondo si ripete. Tante cose ricordano il passato”. E “finché si può e il fisico regge” ci si può lanciare all’avventura a qualsiasi età, a partire da un programma televisivo che vede protagoniste proprio tre donne non giovanissime.



Ho detto: ma perché continuiamo a vedere sempre programmi sui viaggi con dei giovani protagonisti? – si domanda Mara Maionchi, ripensando alla sua nuova avventura televisiva – I vecchi non possono viaggiare, essere curiosi, girare il mondo e conoscere luoghi e persone nuove, almeno finché la salute lo permette… Perché non provare con tre donne âgé?”. Sebbene ammetta che a Sandra Milo e Marisa Laurito la parola “vecchio” proprio non vada a genio. “Io la uso lo stesso, tanto dico ben altre parolacce. A volte esagero e mi pento…”. Assieme a loro “sperimentiamo la libertà di tre donne anziane che viaggiano da sole. Saremo un po’ rintronate, ma ce la caviamo abbastanza”.



Mara Maionchi: “parolacce? Vorrei dirne di meno, ma a volte…”

Mara Maionchi non solo intende sdoganare la presenza di persone più anziane – o vecchie – nella televisione, ma nella sua lunga e intensa carriera ha anche affrontato il tabù delle parolacce sul piccolo schermo. Seppure con qualche ripensamento. “Cerco sempre di trattenermi – ammette tra le pagine di Libero – ma poi c’è qualcosa che mi fa scattare e perdo i lumi della ragione. Sarei più contenta se ne dicessi di meno”.

A oggi, Mara Maionchi dall’alto dei suoi 81 anni di età ammette che “mi diverto molto a lavorare. Mi interesso a tutto. Mi piace vedere cose nuove, provare” e continua a vivere tutte le novità della sua carriera “sempre con lo stesso spirito tutto mio, proprio così come sono io, nel bene e nel male”. Continua anche a rapportarsi ai giovani talenti, adesso proprio come all’esordio della sua carriera: “spero sempre che ciascuno di essi racconti la propria verità. Anche perché chi si nasconde, cela anche un suo lato artistico”. Una consapevolezza che nasce innanzitutto dalla propria esperienza personale, perché ammette che “io stessa non saprei essere differente da quella che sono. Diversamente da così non durerei più di tre giorni. Essendo se stessi si è liberi. Da liberi si è anche più contenti e gli altri ti accettano anche di più”.