Il nuovo virus Marburg, i cui sintomi sono simili a quelli dell’Ebola, spaventa il mondo: in Ghana si sono già registrati due morti. A segnalarlo è stato l’ufficio per l’Africa dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), anche se in merito alle cause dei decessi sono ancora in corso degli accertamenti. L’obiettivo degli esperti però è quello di non perdere tempo. È per questo motivo che, come riportato da Leggo, l’Oms e le autorità locali stanno già predisponendo ciò che è necessario per la gestione una eventuale epidemia.



“Le autorità sanitarie sono sul campo per indagare sulla situazione e prepararsi per una possibile risposta all’epidemia. Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità del Paese per aumentare il rilevamento, il tracciamento dei contatti ed essere pronti a controllare la diffusione del virus”. A dirlo è stato Francis Kasolo, rappresentante dell’Oms in Ghana. I campioni prelevati dai due pazienti, entrambi deceduti e non imparentati, si trovano attualmente in Senegal. L’Institut Pasteur di Dakar si occuperà di confermare o meno l’infezione.



Marburg, nuovo virus simile a Ebola: 2 morti in Ghana. Quali sono i sintomi e come si trasmette

I sintomi del nuovo virus Marburg, che ha già provocato due morti in Ghana, sono simili a quelli dell’Ebola. La febbre emorragica virale causa mal di testa, dolori muscolari e rigurgiti di sangue. Le cure sono di supporto, per cui servono a reintegrare la perdita dei fluidi in via endovenosa o orale. Non esistono vaccini o vere e proprie terapie antivirali, anche se si sta lavorando su questa direzione. “Sono in corso di valutazione una serie di possibili trattamenti, tra cui emoderivati, terapie immunitarie e terapie farmacologiche”, ha spiegato l’Oms come riportato da Leggo.



Il rischio di una epidemia infatti è reale. Il virus si diffonde tra gli esseri umani attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei, le superfici e i materiali infetti. I sintomi si manifestano solitamente dopo sette giorni dal contagio. La mortalità si attesta tra il 24% e l’88%, a seconda del ceppo.