Dopo lo stop del 2021, la marca del distributore, ovvero l’insieme dei brand che fanno capo alle singole insegne della Gdo dietro ai quali si muove un esercito di 1.500 aziende, torna a crescere: nel primo trimestre del 2022 mette a segno una progressione del 2,7%, più alta quindi rispetto al totale mercato (+1,6%). E questo malgrado un’inflazione media più elevata rispetto al periodo di confronto (+2,3%).
La notizia emerge dal “XVIII Rapporto Marca by BolognaFiere” curato da IRi-Information Resources, che domani, mercoledì 13 aprile, verrà presentato nel corso della diciottesima edizione di Marca by Bolognafiere, la fiera nazionale dedicata alla marca commerciale organizzata da BolognaFiere in collaborazione con ADM (Associazione Distribuzione Moderna).
L’indicazione rilasciata dal Rapporto, che si basa sulle evidenze raccolte da IRi Liquid Data™ fino al 20 marzo 2022, prendendo in considerazione ipermercati, supermercati e il Libero Servizio Piccolo, è dunque chiara: l’anno in corso riparte in discontinuità, cioè col segno “più”, rispetto a quanto osservato nel 2021.
Si assiste insomma a un’inversione di tendenza rispetto al 2021, che si era chiuso con un fatturato complessivo pari a 11,7 miliardi di euro, e una quota del 19,8%, rispettivamente in flessione dello 0,9% e dello 0,3% rispetto a un 2020 che invece aveva regalato risultati straordinari, raggiungendo e superando una market share del 20%, e toccando gli 11,8 miliardi di euro di vendite nel largo consumo confezionato. Un anno, il 2021, che, nonostante il calo, aveva comunque segnato un fatturato superiore del 9,0% rispetto al 2019, cioè al benchmark pre-pandemico.
A soffiare nelle vele delle MDD è stata soprattutto la convenienza: nel 2021 l’acquisto di questi articoli ha infatti consentito agli italiani di risparmiare ben 2,1 miliardi di euro, vale a dire circa 100 euro per famiglia. Un plus che ha presumibilmente contribuito alle buone performance ottenute soprattutto dalle linee specialistiche e ad alto valore aggiunto: il Premium, la categoria che identifica i prodotti a scontrino maggiore, ha infatti archiviato il 2021 con una progressione del 13,6%, mentre il Funzionale, sigla con cui si indicano cibi che forniscono benefici per una o più funzioni dell’organismo, del 6,0%. Ha rallentato, invece, lo sviluppo del Bio che, dopo aver chiuso un 2020 in crescita del 6,8%, si attesta al +1,5%.
Le prospettive della marca del distributore non sono però positive nei soli confini nazionali. IPLC stima che il valore del fatturato di prodotti in MDD nei principali Paesi europei abbia superato la soglia dei 250 miliardi di euro nel Largo Consumo, compresi i diversi modelli di business e canali del retail. E – aggiunge IPLC- va considerato anche che nel Vecchio continente il giro d’affari di questo comparto fa segnare un aumento in quasi tutte le categorie merceologiche. Senza contare l’alto livello di penetrazione: i prodotti MDD sono infatti presenti in tutte le segmentazioni d’offerta, dal premium al primo prezzo, dal biologico ai prodotti senza glutine e vegetariani.
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