Marcell Jacobs e il rapporto con il padre: “All’inizio mi è mancato, poi…”

Il campione olimpionico Marcell Jacobs si è raccontato a cuore aperto in un’intervista al Corriere della Sera. Jacobs ha vissuto una vita complicata. Il campione è cresciuto senza l’affetto del padre. All’inizio ha rivelato di aver sentito la mancanza per poi però abituarsi: “All’inizio mi è mancato. Poi mi sono abituato, e non ci ho pensato più. Dal restarci male sono passato alla mancanza di sentimento: papà non c’è, e basta. Mia madre Viviana ha trovato un nuovo compagno, e nel giro di due anni sono nati i miei fratelli, Niccolò e Jacopo”. Tra i due il rapporto è sempre stato altalenante. Il padre di Jacobs venne stanziato in Corea del Sud ma la madre decise di non seguirlo, trasferendosi col bambino a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia. E’ stato questo un motivo per il quale i due per molti anni non hanno avuto rapporto.



Da adulto, però, anche grazie all’ausilio di una mental coach Marcell Jacobs ha deciso di affrontare la questione ed è volato negli Stati Uniti. Così è riuscito a ritrovare un rapporto con il padre che, come ha raccontato lo stesso velocista, lo ha aiutato a trovare il suo equilibrio. Il campione olimpionico Marcell Jacobs ha infatti invitato il padre al suo matrimonio: “Il 17 settembre mi sposo, e dall’America verranno in diciotto: lui, la zia, la nonna, due zii, i cugini… E dall’Ecuador verranno i parenti della mia donna, Nicole”.



Marcell Jacobs ha abbandonato il figlio? La replica: “Non vivo con lui ma…”

Marcell Jacobs ha tre figli. Due avuti con la sua attuale compagna, Nicole Daza, e uno avuto a 20 anni con Renata Erika Szabo. Durante l’intervista al Corriere della Sera Jacobs ha parlato del rapporto con il suo primo figlio. Dopo la vittoria di Tokyo la madre di Marcell Jacobs aveva pubblicato diversi post sui social in cui lasciava intendere che si fosse allontanato da lui. Il campione olimpionico ha spiegato: “Finita questa intervista parto per Desenzano, dove vive, e mi fermo una settimana. È vero, l’ho visto poco. Sta in un’altra città, e d’estate quando è in vacanza io gareggio in giro per il mondo. Ma sono suo padre, e per lui ci sarò sempre. Gli ho regalato l’I-pad, con cui facciamo le videochiamate”.



Marcell Jacobs ha fatto questa scelta assieme alla sua mental coach. Il campione olimpionico non voleva essere come suo padre e per questo ha deciso di essere un uomo migliore per suo figlio: “Dovevamo ricostruire la catena degli abbandoni per spezzarla: come se ci fosse una maledizione da sfatare. Non era detto che dovesse essere per forza così, anzi, io non dovevo farlo succedere. Toccava a me interrompere la negatività”.

Marcell Jacobs ha poi ripercorso i momenti più belli della sua carriera e in particolare l’emozione che ha provato dopo essere arrivato in cima al mondo in occasione delle Olimpiadi di Tokyo: “È stata la vittoria più difficile. Venivo da un’annata super, in cui mi era andato tutto bene. In molti avevano sollevato mille dubbi: sarà deconcentrato, non avrà più fame… Tanti non conoscono l’atletica, pensano che si possa vincere l’Olimpiade così, con una botta di culo. Dovevo far capire che Tokyo non è stata un caso. Questo sarà l’anno più importante della mia vita: ci sono i Mondiali e gli Europei. E avrò gli occhi di tutti puntati addosso”.