Marcello Cirillo è intervenuto nel pomeriggio odierno in qualità di ospite nel corso della trasmissione di Rtl 102.5 News “Trends&Celebrities”, condotta da Francesco Fredella e Simone Palmieri. L’artista, in collegamento audiovisivo, ha confessato che il bilancio del suo 2021 può definirsi positivo, dal momento che è stato ospite fisso all'”Estate in diretta” con Roberta Capua e che ora sta proseguendo la sua tournée teatrale in giro per l’Italia.

Oltretutto, a fine ottobre, dovrebbe riprendere il format “Casa Marcello Night“, un programma destinato ai social e messo in piedi durante il lockdown quasi per scherzo: “Casa Marcello night è fatto tutto da volontari. Ci sono grandi professionisti del calibro di Massimo Cinque, storico autore di Domenica In di Mara Venier. Ci divertiamo e presto torneremo”, anche se le ambizioni di Cirillo rimangono collegate all’universo televisivo, sbarcando magari con una sua trasmissione su reti in chiaro. Sicuramente, non parteciperà a reality: “Ormai non ho più l’età, fisicamente non sono in forma come Giucas Casella, che stiamo vedendo in questi giorni nella Casa del Grande Fratello Vip. E poi, non riuscirei a stare senza i miei affetti, senza i miei nipoti. Sono un nonno rock!”.

MARCELLO CIRILLO: “RENZO ARBORE E QUELLI DELLA NOTTE…”

Cirillo ha asserito che il pianobar non l’ha mai veramente abbandonato e che l’incontro con Renzo Arbore si è rivelato decisivo per il suo percorso professionale: “Renzo vide me e Antonio, che all’epoca era il mio compagno di avventure musicali, e disse che sapevamo fare il pianobar. Così ci prese a ‘Quelli della notte’. Fu un’esperienza fantastica, che ha segnato la mia vita e il mio percorso musicale”.

Durante la diretta, il musicista ha mostrato una foto che lo ritrae in compagnia di Renato Carosone, svelando un particolare inedito: “La nostra amicizia è durata tantissimi anni. Un giorno disse a Pippo Baudo: ‘Si vede in questo video che questi ragazzi hanno il mio stesso gruppo sanguigno’ (riferendosi ad Antonio e Marcello Cirillo, ndr). I due videro per la prima volta Carosone a Montecarlo e gli dissero che suonavano il suo repertorio: “L’occasione fu unica e rara, chiedemmo espressamente di cantarlo con lui e scoprimmo davvero di avere il suo stesso gruppo sanguigno”.