Marcello Maddalena, per anni procuratore capo della Procura di Torino, e poi procuratore generale alla Corte d’appello torinese, ha parlato, sulle pagine del Foglio, delle recenti tensioni che sono sorte nel mondo della magistratura italiana. Dal conto suo ci tiene a sottolineare che “non mi scandalizza che si pensi ad una riforma che riguarda il controllo della Corte dei Conti sull’attuazione del Pnrr” sostenendo che “in genere i controlli concomitanti comportano rallentamenti e difficoltà”.
Rallenti e difficoltà che, secondo Marcello Maddalena, giustificherebbero la riforma proposta, assieme anche alla questione che “se ci sono delle responsabilità [per i rallentamenti] queste devono essere accertate e perseguite”. Una linea, insomma, complessivamente più leggera di quella sostenuta da Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale della Magistratura, che ha promesso uno sciopero generale delle toghe contro Carlo Nordio, ministro della Giustizia. Marcello Maddalena, invece, sostiene che lo sciopero lo lascia “molto perplesso” perché gli restituisce l’idea “che ci sia una discesa della magistratura in campi non suoi, soprattutto quelli caratterizzati da una forte conflittualità politica”.
Marcello Maddalena: “La magistratura non può schierarsi”
Andando avanti nel suo ragionamento, Marcello Maddalena sottolinea, ancora una volta, che se la magistratura persegue l’idea dello sciopero, “rischia di dare l’impressione di schierarsi da una parte o dall’altra” e per lui sarebbe “la peggior cosa che possa capitare”. Passando, poi, alla questione dell’azione disciplinare promessa da Nordio per i giudici coinvolti nella questione Uss, si dice “assolutamente contrario all’esercizio dell’azione disciplinare per decisioni e valutazioni giurisdizionali che sono compito esclusivo del magistrato”.
La decisione di un’azione disciplinare, infatti, per Marcello Maddalena e per la legge è esclusiva “della sezione disciplinare del Csm e alle Sezioni unite della Cassazione”. Ma a fronte di questo, ritiene che proclamare uno sciopero ora “in cui non si sa neppure se l’azione disciplinare è stata o sarà esercitata” sarebbe ancora più “intempestiva e inopportuna“. Chiudendo, invece, sulla riforma sulle intercettazioni e sull’abuso d’ufficio, Marcello Maddalena si dice nuovamente perplesso, soprattutto perché le prime sarebbero ingiuste “fuori dal settore penale”, mentre il secondo “pone un problema di possibili Marcello Maddalena che non sono, non possono e non devono essere di competenza del magistrato”.