Tra i candidati del Centrodestra alla Presidenza della Repubblica, Marcello Pera torna a parlare dopo un periodo di silenzio. Intervistato dai colleghi de Il Foglio, l’ex presidente del Senato si è soffermato sul discorso di Sergio Mattarella, a partire dal forte richiamo ai diritti: «Io sono un liberale, conservatore e cristiano. Non mi parli perciò di diritti, piuttosto di doveri. I diritti vanno e vengono, anche quelli che sono chiamati fondamentali. Sono alla mercè delle maggioranze politiche e delle circostanze».
Marcello Pera ha fatto l’esempio di quanto è successo e quanto continua a succedere a causa della pandemia, con la retorica dei diritti sanciti dalla prima parte della Costituzione «cascata sotto il peso del più banale dei decreti amministrativi». Marcello Pera ha poi aggiunto: «In Europa, i nuovi diritti, pensi all’aborto, all’eutana – sia, al matrimonio omosessuale, all’identità di genere, hanno una storia ricorrente: sono prima richieste di minoranze, poi sentenze di questa o quella corte fino a quelle supreme, infine leggi imposte a tutti. Ma come fa la nostra Costituzione a dire che la Repubblica ‘riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo’ se di fatto li crea a piacimento delle occasionali maggioranze parlamentari?».
MARCELLO PERA SUL DISCORSO DI MATTARELLA
Marcello Pera ha giudicato bellissimo il richiamo alla cultura e alla religione cristiana nel discorso di Sergio Mattarella e si è detto colpito in particolare da due passaggi, sembrati un po’ autocritici. Il primo passaggio riguarda il rispetto delle prerogative costituzionali del Parlamento in materia di approvazione delle leggi: «E’ evidente che il presidente ha inteso dire che non consentirà mai più che a un ramo del Parlamento e a sé medesimo non sia concesso un minimo di tempo adeguato per discutere e promulgare. Né approverà più che ogni volta si ricorra a un voto di fiducia. Perché in tal modo il Parlamento scompare e resta solo il governo o, peggio, perché anche lì sembra succedere la stessa cosa, restano organi non previsti dalla Costituzione come le cabine di regia. Avanti di questo passo e resterà solo il presidente del Consiglio. E così avremo finalmente risolto il problema della crisi della democrazia». Il secondo passaggio, ha aggiunto Marcello Pera, riguarda la giustizia. Mattarella, infatti, ha sollecitato la riforma Cartabia, che secondo l’ex presidente del Senato non risolve nulla.