La tensione all’interno della maggioranza ha toccato il limite ieri nel corso del Consiglio dei ministri in cui si è discusso della riforma Cartabia, ma i venti di crisi che soffiano su Palazzo Chigi non faranno cadere il governo. Ne è sicuro Marcello Sorgi, autore di un editoriale ieri su La Stampa che ha fatto molto discutere. «Di una crisi ad agosto non c’è infatti nessuna voglia in giro», ha scritto prima di valutare i vari scenari. «Qualcuno dice che dal 3 agosto, data di inizio del semestre bianco con il Capo dello Stato privato del potere di sciogliere le Camere, partirà una sorta di “liberi tutti”, in cui in politica ciascuno potrà dare il peggio di se», ha proseguito Sorgi. Poi ha spiegato che Mattarella non avrebbe le mani legate. «Metti anche che, in un intento suicida, gli stessi responsabili delle dimissioni insistessero per mandare a casa il banchiere, giocandosi la fiducia dell’Europa e i miliardi di aiuti di cui sopra, al Presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com’è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni».
Una ipotesi estrema che ha fatto discutere. Infatti, nella serata di ieri a “In Onda” il giornalista ha chiarito: «È successo un putiferio per un paradosso, perché nell’articolo ho scritto che non ci sarà la crisi di governo. L’ipotesi di farlo cadere è del terzo tipo, dell’impossibilità, quindi quello che ho detto dopo era un paradosso».
GOVERNO MILITARE, IL PARADOSSO DI MARCELLO SORGI
Un chiarimento che non è stato sufficiente, visto che poi Marcello Sorgi è tornato su quelle parole nell’editoriale di oggi su La Stampa, dicendosi lusingato per il fatto che sia diventato per qualche ora “trend topic” su Twitter. «Ma che di paradosso, e anche esplicito, si trattasse, non ci sono dubbi: era assolutamente chiaro, specie quando si sottolineava che l’eventuale caduta del governo Draghi sarebbe un’ipotesi del terzo tipo, o dell’impossibilità, cioè irrealizzabile». Quindi, ha citato Nicola Porro, Luca Telese, Arturo Scotto e Dino Giarrusso, scusandosi per non citare tutti, che lo hanno invece preso sul serio. Questo è per il giornalista il segno che «condividono, pur partendo da diversi punti di vista, i timori per una politica sempre più inconcludente e a rischio di diventare incapace di approfittare dell’occasione eccezionale della ricostruzione post-pandemia e dei fondi europei messi a disposizione dall’Europa per l’Italia e per la realizzazione del Pnrr».
Il problema è che su Twitter l’ipotesi del governo militare è stata presa seriamente in considerazione. Questo è invece il segno che la gente «pensa che tutto sia possibile in Italia. Anche l’impossibile, al momento, caduta del governo Draghi. Anche l’impensabile avvento di un esecutivo militare», a cui – e questo sarebbe per Marcello Sorgi il paradosso del paradosso – «in tanti non sarebbero neppure contrari».