Marcello Tavio, direttore della divisione di Malattie Infettive Emergenti e degli Immunodepressi agli Ospedali Riuniti di Ancona e presidente SIMIT, è intervenuto nella mattinata di oggi, martedì 10 agosto 2021, ai microfoni di Agorà Estate, trasmissione di Rai 3, per dire la sua sulla pandemia in corso nel nostro Paese. L’esperto ha innanzitutto sottolineato come il vaccino non costituisca una barriera imperforabile: “Sappiamo già che una quota di persone vaccinate può trasmettere il virus. Se andiamo a vedere cosa succede nelle persone vaccinate, notiamo che la frequenza di trasmissione è di gran lunga inferiore. Ecco perché possiamo dire che il vaccino protegga dalla trasmissione da persona a persona, soprattutto se si abbinano comportamenti appropriati da parte della gente”.
Tavio ha poi posto l’accento sul Green Pass, uno strumento “sicuramente di convivenza con il virus, ma, siccome è espressione – nella maggior parte dei casi – di una vaccinazione piena da parte della popolazione, è anche uno strumento che argina notevolmente la diffusione e limita la gravità dell’impatto di Covid-19”. Di fatto, il professore l’ha paragonato a una carta di credito caricata di valore e utilizzata nelle occasioni di contatto con le persone, così da rendere conveniente la vaccinazione e fare sì che non divenga obbligatoria.
MARCELLO TAVIO: “SUGLI UNDER 12 SERVONO MAGGIORI DATI, MA…”
Marcello Tavio, a proposito della terza dose di vaccino, ha precisato che si tratta di un discorso prematuro, a patto che da esso si escludano i pazienti immunocompromessi. La vera soluzione sarebbe un vaccino che includa anche le varianti: “Quando sarà disponibile un siero simile, sarà una terza dose sui generis, ovvero una nuova vaccinazione – ha affermato l’esperto –. Mi sembra che tutte le forze politiche siano d’accordo sull’utilità della vaccinazione. Lo scopo di questa campagna consiste nel fare una vaccinazione di massa per arrivare a coprire entro l’autunno l’80% della popolazione italiana, evitando un inverno molto difficile. Se riusciamo a vaccinare chi ha più di 12 anni, il problema è quasi risolto”.
E il vaccino anti-Covid a chi ha meno di 12 anni? Giusto somministrarlo? “Nel segmento di popolazione under 12 le conseguenze del contagio non sono solitamente gravi, a parte alcuni casi. Vedremo, il vaccino qui potrebbe anche non servire. Occorrono i dati sull’efficacia e sulla sicurezza. Quando ci saranno, sicuramente consiglierò la vaccinazione anche in questa fascia”.