Scrittore, giornalista e analista politico, Marcello Veneziani è noto anche per essere un intellettuale di destra. Famosi sono anche gli scontri che ha avuto con un altro grande intellettuale e professore, cioè Norberto Bobbio. Ad esempio, ebbe un aspro scontro con lui nel 1995, sostenendo che Bobbio aveva fatto carriera durante il fascismo e che quindi non era un regime tanto illiberale. A tal proposito, nell’intervista resa alla Stampa precisa che la sua tesi era molto articolata. “Le ipotesi sono due: o il regime fascista non era così illiberale o Bobbio non era all’epoca antifascista“. Ma Veneziani precisa che comunque Bobbio meritava quella cattedra e che aveva un grande spessore di studioso. Il filosofo sosteneva che la sinistra privilegia l’uguaglianza, mentre la destra la libertà. Una distinzionesuperata” per Veneziani, così come lo è “identificare la destra in Nietzsche e il suo aristocratismo e la sinistra in Marx e il suo egualitarismo“.



Anche perché da anni è in corso un fenomeno molto particolare: “È oggettivo il rovesciamento dei ruoli: la sinistra è tendenzialmente elitaria, se non oligarchica, e la destra è tendenzialmente popolare, se non populista“. La polemica con Bobbio, comunque, si concluse con un carteggio poi pubblicato da Veneziani. “Ciascuno di noi ha mantenuto le sue idee sull’utilità o meno di distinguere tra destra e sinistra, ma i rapporti e la polemica si erano stemperati“.



VENZIANI “BISOGNA DIALOGARE CON EREDI DEL FASCISMO E DEL COMUNISMO”

Per Marcello Veneziani bisogna lasciarsi alle spalle il fascismo, in particolare bisogna smettere di usarlo per capire e giudicare il presente, visto che è morto e sepolto. Altrimenti si rischia di non comprendere davvero il presente “e si darà alla destra gioco facile di mostrarsi più aderente alla realtà e alla vita di oggi“. Quel che bisogna fare per lo scrittore è dialogare, “anche con gli eredi, veri e presunti, del fascismo e del comunismo“. Ma per indicarli Veneziani non fa riferimento ai partiti, perché “oggi in Italia non ci sono partiti eredi del fascismo e del comunismo“. Invece, ci sono persone, “singoli politici, che per la loro biografia possono essere definiti eredi del comunismo o del fascismo“.



Veneziani cita alla Stampa Pierluigi Bersani e Ignazio La Russa, ma a destra e sinistra c’è stato un salto generazionale. “Giorgia Meloni viene da Alleanza nazionale ma oggi esprime posizioni diverse“. Alla fine, contano gli atti politici. “A Fiuggi c’era anche lei con Fini a sottoscrivere un’abiura abbastanza netta del passato fascista“. D’altra parte, è pur vero che in Italia le classi dirigenti non hanno fatto mea culpa come in Germania è stato fatto sul nazismo. “L’Italia è arrivata tardi a riflettere in modo serio sul suo passato“. Questo per Veneziani è successo anche al Pci.

VENEZIANI TRA IL BIPOLARISMO DEL TRASH E IL CONCETTO DI CIVILTA’ CRISTIANA

Marcello Veneziani alla Stampa evidenzia come ora prevalga il trash a sinistra come a destra e che ci sono davvero pochi temi ideali. Si potrebbe parlare di bipolarismo del trash secondo lo scrittore e giornalista. Lo dimostra il caso del deputato che si presenta alla festa di Capodanno con una pistola, così come le polemiche della sinistra. Siamo arrivati a questo “perché si sono persi i fondamentali del confronto politico. Questo dipende dal fatto che la politica è una periferia marginale nei processi decisionali“. Al di là dell’area del post fascismo, della destra italiana restano le “tracce di una difesa della civiltà cristiana, di alcune tradizioni vitali, un più forte legame nazionale e radicamento popolare, la difesa della famiglia, del sentire comune e un maggiore realismo politico“.

Ma questo non vuol dire che il cristianesimo è di destra, Veneziani rimarca il concetto di civiltà cristiana, “un insieme di tradizioni, riti, liturgie, storie“. Per Veneziani è “naturale che il ceto conservatore, orientato a votare a destra, sia più sensibile a quell’insieme di tradizioni“. Al contrario, l’elettorato di sinistra “avrà maggiore sensibilità verso altri aspetti del cristianesimo“. La difesa della civiltà cristiana è per Veneziani “un modo per opporsi alla globalizzazione che tutto appiattisce“. Infine, per lo scrittore è “molto importante che la destra rivendichi questo ruolo di difesa delle nostre tradizioni cristiane. Altrimenti rischia di diventare solo il braccio destro del partito unico del mondo globale“.