Tardo pomeriggio, all’interno di un garage “cosa sarà mai quel liquido che fuoriesce dall’armadietto?”. Così comincia il servizio di Di Sarno de Le Iene. Un pomeriggio come gli altri, in cui però accade qualcosa di davvero strano. Nell’inquadratura che dà sul parcheggio si scorge una macchina grigia, è la macchina signora Carla, la “vittima” di tutta questa storia, che racconta in prima persona la vicenda ai microfoni de Le Iene. La signora spiega: “una mattina vado a prendere la mia macchina e mi accorgo che era tutta strisciata.” Per capire chi fosse il colpevole, Carla riguarda le scene riprese dalle telecamere di sorveglianza e questo è ciò che si trova davanti: da un’auto, parcheggiata accanto alla sua, un uomo scende e spegne le luci e con la chiave della mano destra riga tutta la sua auto. Il signore incriminato è il suo vicino, Marcelo Botelho… Non un comune civile, ma bensì un pastore della Chiesa Battista! Come se non bastasse, “pochi giorni prima stava urinando dentro un mio armadio!” Ecco la risposta alla domanda iniziale: quello strano liquido che fuoriusciva era l’urina del pastore. “Mi son trovata questo che tirava fuori l’attrezzo e annaffiava come un cane!”.  Di Sarno, ironizza sulla questione e da brava Iena si chiede: “ma il suo motto da pastore non dovrebbe essere ‘porgi l’altra guancia’, piuttosto che ‘dente per dente’?



Marcelo Botelho: la verità sul pastore

Ma chi è veramente Marcelo Botelho? Dopo varie ricerche si scopre che è originario del Brasile e che all’età di 27 anni ha inscenato un finto rapimento per intascare un vero e proprio riscatto dai suoi fedeli, che volevano salvarlo. La polizia di San Paolo l’ha beccato sul fatto con 59mila euro in contanti e l’ha arrestato…Ma perché si comporta così con la signora Carla? Di Sarno, decide di vederci chiaro sulla questione e tende un tranello a Botelho. Gli racconta di avere una vicina fastidiosa e di averle fatto vari screzi, insomma gli racconta proprio della sua stessa storia: il prete si sente compreso sin da subito. Dunque Don Marcelo comincia ad aprirsi, confessa di avergli rigato la macchina e ride all’affermazione di Di Sarno “Ho fatto perfino pipì sulla sua macchina…”. Il prete consiglia dunque alla Iena di non dire delle sue azioni, ma di nascondere il suo gesto. Per entrare più in empatia con il pastore, Di Sarno gli racconta perfino di aver “simulato un rapimento”, proprio come aveva fatto Botelho in passato. Don Marcelo si apre completamente e gli racconta di tutta la sua storia, del carcere, del rapimento, insomma confessa tutto. Alla fine il pastore chiede a Di Sarno di andare in chiesa con lui come ospite d’onore e durante la messa racconta della sua esperienza di empatia con la Iena, affermando “Dio è grande!”



L’incontro tra i due “vicini”…

Di Sarno vuole vederci chiaro su tutta la faccenda e chiede alla responsabile della comunità se conosce il passato di Marcelo. La donna afferma di non saperne niente, ma al contrario sa molto sul suo futuro “Un giorno andrò in tv!” Non sa che presto sarà accontentata… Con una scusa Di Sarno riunisce padre Botelho, un suo collaboratore e la sua responsabile e fa in modo che le immagini delle malefatte del prete vengano proiettate su uno schermo davanti a tutti i presenti. A questo punto la Iena svela la sua identità e affronta il pastore. “Io adesso sono seguito da uno psicologo e da uno psichiatra”, dichiara in sua difesa Botelho, affermando di avere dei problemi mentali. Dopo quest’incontro, Di Sarno porta il pastore dalla signora Carla e cerca di farli chiarire, ma la donna non è ben propensa: “io da una persona così non accetto neanche le scuse”. Ma alla fine quale sarebbe il problema tra i due?”“Lei ha cambiato la serratura del magazzino, dice Botelho, e la signora afferma “Lei non ha il diritto del magazzino!” insomma, le classiche quisquilie tra vicini di casa. Il prete alla fine cerca di essere ragionevole “Voglio chiederle scusa, riconosco che ho sbagliato nei suoi confronti”, ma niente, Carla non vuole proprio fare pace e resta della sua posizione. Insomma, i due resteranno sicuramente “vicini”, ma solo di casa…



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