Paura per Claudio Marchisio, che qualche giorno fa ha postato su Instagram una foto dove era su un letto di ospedale, con localizzazione al San Raffaele di Milano.”First day completed”, ovvero “primo giorno completato”, scriveva l’ex Juve. Il secondo giorno, invece, l’ex centrocampista ha scritto in una Instagram Stories “Don’t worry be happy”, con la celebre canzone di Bob Marley come colonna sonora. Poco dopo, ecco anche il post a chiarire quanto accaduto.



Il Principino, postando ancora delle foto in ospedale, ha scritto: “Sempre meglio fare un controllo in più che uno in meno. Ad Aprile ho sofferto di giramenti di testa importanti. I primi esami e poi qualche dubbio. Dopo vari esami specifici (Doppler transacranico con microbolle, RM encefalo, Ecocardio TT , RM Cardio CMC) possiamo tornare ad essere tranquilli. Tutto a posto, si torna a casa. Mi raccomando! Non date mai nulla per scontato, soprattutto con la salute”.



Non mancano le polemiche

Nei commenti, sotto il post di Claudio Marchisio, tanti fan (bianconeri e non) preoccupati per la salute del Principino, ma non solo. C’è anche chi ha sottolineato come fare prevenzione attraverso controlli tempestivi non sia così semplice per chi non riesce neppure ad arrivare a fine mese. I tempi di attesa del servizio sanitario nazionale, dunque del pubblico, sono sempre più lunghi e difficilmente si riesce a svolgere gli esami nel giro di un paio di mesi.

Tra i commenti, infatti, si legge: “Claudio, se la sanità pubblica viene depotenziata di anni in anno, ci saranno sempre più rinunce da parte di chi non arriva a fine mese. Detto questo il tuo messaggio lo condivido in pieno!”. E ancora: “Peccato che questi esami c’è gente che non può permetterseli e purtroppo non riesce a farli in tempo a volte”. Un’idea ripetuta da più utenti. Un altro scrive: “È la sanità pubblica che dà per scontato ciò che non lo è. Per fare una RM ci vogliono almeno 5 mesi ma se hai la possibilità economica e vai privatamente trovi posto in settimana. È questa la vergogna sanitaria. Nel 2023 è ancora legata alla possibilità economica del singolo individuo anziché essere servizio universale”.