Diverse migliaia di donne hanno partecipato domenica scorsa a Parigi alla prima “marcia lesbica” per chiedere che tutte possano avere accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA). Diversi personaggi del mondo dello spettacolo francese si sono uniti alla manifestazione, come la regista Celine Sciamma e l’attrice Adele Haenel. Con loro anche l’attivista parigina Alice Coffin che ha parlato dell’evento come di una prova della crescita del movimento femminista negli ultimi anni. Secondo la prefettura di Parigi al corteo hanno partecipato 4.400 persone, secondo gli organizzatori erano 10mila. Di fatto, la manifestazione è sorta sulla scia del dibattito riguardo la legge sulla bioetica e il rifiuto da parte del Senato nel febbraio scorso all’estensione della PMA alle donne single e alle coppie formate da donne, una decisione che ha scatenato accese polemiche.
Sono culminate appunto nel corteo in cui è finito nel mirino anche il presidente francese: “Macron ipocrita, le lesbiche vanno in Belgio!”, uno degli slogan della folla. Più in generale è stata chiesta la “PMA libera per tutti, non è negoziabile”.
“CANCELLARE UOMINI DALLE NOSTRE MENTI”
In Francia sta crescendo, dunque, una nuova generazione di attiviste, donne – non solo lesbiche – che abbracciano il femminismo per denunciare secoli di oppressione maschile. Con la manifestazione di domenica hanno chiesto a gran voce una legge che consenta alle coppie lesbiche e alle donne single di accedere ai trattamenti per la fertilità. Cè chi però ha espresso delle perplessità in merito a questo movimento, accusato di incitare “odio per gli uomini”. La filosofa Elisabeth Badinter, che dà sempre voce al femminismo, ha denunciato il fatto che il neofemminismo è sempre più bellicoso e che sta crescendo, appunto, l’odio per gli uomini. In effetti, qualche dubbio sorge considerando l’ultimo saggio della giornalista Alice Coffin, che ha scatenato le proteste della politica francese perché in un passaggio scrive: “Non basta aiutarci a vicenda, dobbiamo cancellare (gli uomini) dalle nostre menti, dalle nostre immagini, dalle nostre rappresentazioni”. Parole che non aiutano di sicuro il movimento femminista francese.