La storia di Marck Art, all’anagrafe Marco Urso, a Oggi è un altro giorno. L’artista siciliano ha ripercorso la sua vita, dall’infanzia difficile per la sordità al grande riscatto. “Mi dicevano che ero mezzo scemo, ritardato, mi hanno scartato dalla società. Quando uscivo fuori di casa mi tiravano le pietre. In quegli anni non c’era la cultura e l’educazione in quel Paese. Ho sofferto tanto, ma anche la mia famiglia. Io non ero quello che loro vedevano, oggi ho conosciuto il riscatto”, ha esordito nel salotto di Serena Bortone.
“Già prima di riacquistare l’udito facevo musica”, ha spiegato Marck Art, ma la svolta nella pittura è arrivata grazie agli angeli: “Mi sono sentito male, il mio cuore si era quasi fermato. Gli angeli mi hanno salvato. Nel sonno ho incontrato gli angeli e da lì ho cominciato a dipingere. Sono stati loro a dirmi di chiamarmi Marck Art e di girare per il mondo”. Le opere di Marco Urso valgono almeno 60 mila euro, ma non è quella la cosa importante: “Non avevo neanche un euro per dipingere, ora giro il mondo: quello è il riscatto, non il valore economico dell’opera”. (Aggiornamento di MB)
Marck Art: la storia di Marco Urso
Marck Art, al secolo Marco Urso, è un artista di Favara, nell’entroterra della provincia di Agrigento. Figlio di un muratore e di una casalinga, Marco non è un bambino come tutti gli altri: Ha difetti di pronuncia, è piccolo, grasso e strabico, a scuola lo bollano professori e compagni come “ritardato”. “A scuola l’alunno Marco Urso non ci andava per scansare burle e cattiverie dei compagni”, ha racconto al Corriere della sera. Ma Marco non è ritardato è sordo a 90%, la sua famiglia se ne accorge quando ha già 15 anni: non sente ma capisce tutto perché legge il labiale. Il suo modo di parlare è ormai compromesso, ma comincia a sentire. La nonna scopre che il nipote ha un incredibile talent per la musica: “Prese tutti i risparmi, comprò un piano e mi iscrisse al conservatorio di Palermo”, ha ricorda Marco.
Marck Art: come è diventato un pittore
Alla morte della nonna, Marco Urso si chiude nella sua stanza: “Mesi a suonare e mangiare, senza amici, un dolore infinito, un vuoto coperto solo dalla musica e da panini ingoiati senza alzarmi dal piano. Cinquanta chili in un anno. Scoppiavo. E scoppiò il cuore”. Nel 2006 durante una visita in ospedale, precipita improvvisamente in uno stato di coma lieve e finisce sotto i ferri: “Muoio e mi trovo davanti a un bimbo con una clessidra: “Hai quindici minuti per decidere il tuo destino”. Sono un pianista, dico. E lui: “Sarai un pittore, ti chiamerai Marck Art”. Era un angelo. Attorno tanti altri, bellissimi…”, ha raccontato Marck Art al Corriere della Sera. Al suo risveglio chiede una tavolozza e dei colori per dipingere: due ore dopo finisce la sua prima opera “La Scarpa” e 12 mesi dopo inizia a dipingere senza sosta. Il giornalista Carmelo Sardo ha raccontato la sua storia nel libro “L’arte della salvezza. Storia favolosa di Marck Art”.