Marco Armiliato è il direttore d’orchestra italiano de “La grande opera all’Arena di Verona” l’evento musicale trasmesso martedì 27 luglio 2021 in prima serata su Rai3. Tra i direttori d’orchestra più conosciuti e famosi al mondo, Armiliato dopo aver concluso gli studi ha cominciato a suonare in giro per il mondo calcando i palcoscenici più importanti: dal Metropolitan di New York alla San Francisco Opera, alla Staatsoper di Vienna. Durante la sua straordinaria carriera ha collaborato con i più grandi artisti come Angel Blue a Francesco Meli e Placido Domingo fino a Luciano Pavarotti di cui ha un ricordo bellissimo.



“Ho avuto la fortuna di lavorare con molti dei “grandi” del passato, magari nell’ultima parte delle loro carriere. Ho nel cuore Pavarotti, per me quasi un secondo padre, mi ha sempre preso in grande stima e per me era il Tenore. Era un uomo molto saggio e divertente da frequentare, dava consigli intelligenti ed era uomo di grande intuitività. Mi ha trasmesso questo modo di vedere le cose, con passione e vivacità” – ha detto il direttore d’orchestra intervistato da ierioggidomaniopera.com.



Marco Armiliato, il direttore d’orchestra: “la musica è sempre stata parte della mia famiglia”

Non solo, Marco Armiliato ha anche confessato come e quando si è avvicinato alla musica: “la musica è sempre stata parte della mia famiglia, perciò ci convivo più o meno da quando sono nato. La mia famiglia la coltivava, mio papà era un grande appassionato, oltre che pittore. Posso dire che sia stato un percorso naturale, ho poi iniziato a suonare il pianoforte da bambino, ma la ho sempre vissuta e la vivo come una passione “genetica”, non ho mai pensato di intraprenderla con una prospettiva diversa di quella dell’essere parte della mia vita quotidiana”.



Oggi è uno dei direttori d’orchestra più famosi al mondo, anche se ha precisato che tutto è nato in modo molto naturale. “Ho sempre avuto un grande interesse nell’accompagnare, accompagnare tutti gli strumenti, sin da quando studiavo a Genova, dove facevo i saggi di quasi tutti gli strumentisti. Penso sia nata così la grande passione per gli strumenti musicali e dell’orchestra come partecipazione collettiva, e il canto, oltre ad essere stato favorito da mio padre e da mio fratello, lo vedo un po’ in questa stessa prospettiva” – ha detto il direttore d’orchestra che ha calcato i palcoscenici più importanti al mondo. Tra tutti però ce ne sono diversi che si porta sempre nel cuore: “il Met, dove sono alla venticinquesima stagione, ma anche a Vienna, dove a partire dal mio debutto nel ‘96, ho fatto molte recite. Sono luoghi dove mi sento un po’ a casa, con grandissime orchestre che amano quello che suonano, si tratta di un bell’incontro e di volere tutti uno stesso scopo”.