Il virologo Matteo Bassetti ha risposto ad alcune delle domande più attuali sull’attuale emergenza Coronavirus, in collegamento con Domenica In: “Abbiamo moltissimi contagi e pur essendo solo una parte limitata con sintomi impegnativi, anche la piccola parte che si reca in ospedali mette in alcune realtà d’Italia in difficoltà il sistema”, ha commentato l’esperto. Rispetto alla prima ondata però, “oggi siamo più bravi e sappiamo come comportarsi”, ha ammesso. Ma quali potrebbero essere le soluzioni adesso? “Gli ultra 70enni sono le persone da mettere più in sicurezza, si potrebbe pensare ad una differenziazione degli orari, ad esempio”, al fine di distanziare i giovani dai soggetti fragili, ha spiegato Bassetti. Rispetto alle scuole, “asili ed elementari dovrebbero restare chiuse, mentre medie e superiori potrebbero fare la Dad”. Cosa è accaduto a fine agosto e perchè adesso sono così tanti contagi? “Il virus questa estate è rientrato in Italia anche con gli spostamenti tra regioni e all’estero e si è abbassata la guardia. Con la ripresa delle scuole e delle attività produttive, da settembre il virus ha ripreso a circolare”, per arrivare all’ulteriore crescita ad ottobre. La speranza è che le misure prese ad oggi possano portare a qualcosa ma “credo che sia il momento di agire”, soprattutto in determinate città. In merito alla mascherina più sicura da usare, ha spiegato: “Se tutti usiamo la chirurgica, questa ha il ruolo di contenere quello che c’è nelle nostre vie respiratorie e di portarlo all’esterno. Purtroppo ai lati, se non aderente potrebbe non avere una capacità filtrante, quindi ci vengono in supporto la ffp2 e la ffp3”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Bassetti in collegamento a Domenica In
Marco Bassetti, il virologo ospite a Domenica In da Mara Venier per farà il punto sulla situazione in Italia in merito all’aumento dei contagi da coronavirus. La curva dei contagi in Italia oramai è fuori controllo; i numeri sono chiari: 31mila nuovi contagi e cresce anche il numero dei decessi per la malattia da SarsCoV-2. Lo scenario, inutile negarlo, è quello di un lockdown generalizzato che potrebbe arrivare nei prossimi giorni considerando che alcune Regioni, come Lombardia e Piemonte sono già proiettate verso lo scenario 4. L’infettivologo e virologo in collegamento da Genova è pronto a far chiarezza sull’attuale situazione in Italia, anche se il direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova non ha alcun dubbio: “oggi il Covid è una malattia molto diversa. Dobbiamo imparare a convincerci tutti per i prossimi mesi e forse anni. Continueremo ad avere persone positive ma se resteranno il 2% massimo 3% di quelli testati, non sarà difficile tenerla controllata”. Non solo, Bassetti durante un’intervista ci ha tenuto a precisare: “la qualità dei ricoveri è molto cambiata rispetto a marzo-aprile, non tanto per l’età media, che a differenza di quanto viene detto non è molto diversa. Da giugno ad oggi al San Martino di Genova ci sono stati 90 ricoveri e un solo decesso. Vuol dire che qualcosa è cambiato in meglio nella gestione della malattia”.
Bassetti, l’infettivologo sul Coronavirus: “i medici la conoscono e la sanno curare”
Basta allarmismi! Il primo ad andare controcorrente è proprio Marco Bassetti, il direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova che parlando di Covid ha dichiarato: “occorre che tutti prendano consapevolezza della necessità di convivenza con il virus, senza per questo lasciarsi ad andare ad eccessi in senso allarmistico o banalizzante. Sapere che oggi la malattia da SarsCoV-2 è gestibile perché i medici la conoscono maggiormente e la sanno curare meglio, perché nella maggioranza dei casi produce pochi sintomi o addirittura nessuno e perché sembra fare meno danni di sei mesi fa’ deve confortarci senza ovviamente abbassare la guardia sulle misure di prevenzione, che ormai tutti conosciamo”. Non solo, il virilogo in questi giorni ha anche avanzato una proposta in merito al tracciamento dei contagi dalle pagine di all’Adnkronos Salute: “fare il tampone ai contatti stretti degli asintomatici è una di quelle cose che in questo momento possiamo lasciare da parte. Dobbiamo concentrarci soprattutto sui contatti stetti di chi arriva negli ospedali sintomatico. Queste persone, al di là del tampone, devono stare in quarantena per 10 giorni”. Non solo, il virologo ha poi aggiunto che per contatto stretto: “si intende essere stati per almeno 10 minuti a meno di un metro di distanza dal positivo senza nessuna protezione. Tanta gente oggi viene messa in isolamento senza rispettare questa indicazione del ministero della Salute”.