È uscito da poco il nuovo libro di Marco Bocci, collega e marito di Laura Chiatti, In provincia si sogna sbagliato, un romanzo a tratti autobiografico in cui Marco descrive il suo rapporto con i luoghi in cui è nato e in cui è tornato a vivere adesso con moglie e figli. E pensare che Bocci dalla provincia era fuggito: lo aveva fatto appena diciottenne per recarsi a Roma e iscriversi al Conservatorio Teatrale d’Arte Drammatica ‘La Scaletta’, il palcoscenico che l’ha visto muovere i primi passi di fronte al maestro e direttore del complesso Giovanni Battista Diotajuti. A proposito di teatro, Marco Bocci spera di poterci tornare al più presto: l’attore ha già ideato una nuova rappresentazione destinata a sorprendere gli spettatori, e in un’intervista a Grazia anticipa qualcosa circa i suoi nuovi progetti. Che, come avrete notato, sono numerosi e diversi tra loro: “È una questione di stimoli: ho tanta voglia di fare, può sembrare che realizzi tante cose sul lavoro, ma lo pensi se guardi solo questo aspetto. Nello stesso tempo faccio altre quindicimila cose che non c’entrano con il mio lavoro. È proprio un’attitudine alla vita. Sono preso da troppi stimoli e cerco di dar loro una direzione”.



Gli ultimi lavori di Marco Bocci

Di recente, Marco Bocci ha preso parte a diversi prodotti per la televisione come Calibro 9, un film ‘on demand’ e poi Bastardi a mano armata, quest’ultimo in onda su Sky. E poi c’è stato l’intenso lavoro di stesura de Lo zingaro, di cui ha firmato la drammaturgia insieme ad altri attori. Lo vedremo in scena non appena sarà possibile: “Lo zingaro è un testo che nasce da una mia esperienza, che mi ha cambiato la vita, e certi passaggi, certe cose, solo io potevo descriverli. Lo zingaro è un personaggio inventato ma, mano a mano, si scopre che sono proprio io che lo sto interpretando. Il bello è che, mentre se ne accorge lo spettatore, se ne accorge anche l’attore”.



Marco Bocci pronto a tornare a teatro

Qualcuno dice che il teatro senza pubblico è come un matrimonio senza la sposa, e Marco Bocci – in quanto attore – non può che concordare. Avrà dunque accolto con favore le recenti notizie circa la prevista riapertura dei teatri, soprattutto perché lui ha già un’opera pronta nel cassetto: “Il teatro senza pubblico è inconcepibile perché sarebbe come recitare per se stessi, quando invece un attore ha bisogno di farsi guardare. Ma non per esibizionismo: lui è un mezzo per comunicare, trasmettere. Quasi per riuscire a parlare, o a denunciare”.

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