Marco Cappato è intervenuto nella serata di ieri ai microfoni de “La Confessione”, trasmissione di La 7 condotta da Peter Gomez. Oltre alla questione legata all’eutanasia e alla morte di Dj Fabo, l’intervistato ha ricordato la sua amicizia con Marco Pannella, che “aveva grande attenzione nei confronti delle persone, poi negli ultimi anni le cose tra di noi sono andate meno bene. Forse, la sua enorme personalità e i meriti che non sempre gli sono stati riconosciuti come avrebbero dovuto hanno contribuito a creare una grande aggressività in lui”.
In merito a Emma Bonino, invece, Cappato ha asserito che, a suo giudizio, lei ha “una capacità in più di governo. Non è un caso che nella loro militanza politica ci sia stata una vera e propria divisione dei ruoli. C’era una capacità imprenditoriale di realizzare certe battaglie dal marciapiede al palazzo da parte di Pannella, mentre lei è efficacissima nella semplificazione del messaggio”. Infine, un riferimento ai recenti accadimenti a Kabul: “Il cosiddetto Occidente democratico in Afghanistan ha commesso errori enormi, non ultimo l’avvio del conflitto in Iraq per come è stato concepito”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MARCO CAPPATO: “DJ FABO VOLEVA CERCARE QUALCUNO CHE GLI SPARASSE”
Primo sponsor del referendum sull’eutanasia, Marco Cappato ha rilasciato una lunga intervista a La confessione per tornare su uno dei temi più spinosi dell’attualità italiana. L’ex radicale, intervistato da Peter Gomez, ha ricordato il primo incontro con dj Fabo, all’anagrafe Fabiano Antoniani, il 40enne rimasto tetraplegico in seguito a un incidente stradale che scelse di morire con il suicidio assistito in una clinica in Svizzera.
Marco Cappato si autodenunciò il giorno dopo quel 27 febbraio 2017, data della scomparsa di dj Fabo, ed è stato assolto in Cassazione lo scorso 23 dicembre 2019 dall’accusa di aiuto al suicidio. Il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni ha ricordato: «Dj Fabo disse: ‘se non mi aiuti trovo qualcuno che mi spari, non è un problema per me, al Giambellino conosco le persone giuste, non sto scherzando’».
MARCO CAPPATO E IL CASO DJ FABO
«A un certo punto, Fabo ha smesso di nutrirsi, perché pensava che noi, in particolare Carmen, la mamma, e Valeria, la fidanzata, gli volessero impedire di fare quello che lui voleva, o che io magari gli stessi facendo perdere tempo», ha aggiunto Marco Cappato, come riportato nelle anticipazioni de La confessione. L’ex radicale ha poi sottolineato che la Corte Costituzionale, sul suo processo, ha stabilito che anche il suicidio assistito è legale a determinate condizioni. Grossi passi avanti, secondo Marco Cappato: «In quale direzione? Nell’idea che sulla vita di ciascuno, ciascuno decide. E non si può imporre una condizione di sofferenza insopportabile contro la volontà di una persona. Questo è il punto di fondo, che non dipende dalla tecnica, se mi attacchi e stacchi il respiratore, se è attiva o passiva, se lo fai tu da solo, o no, ma dipende dal rispetto della volontà individuale».