Marco Carta finalmente ha chiuso con il capitolo del furto delle magliette e adesso, arrivando l’assoluzione piena anche dalla Corte d’Appello, può lasciarsi alle spalle tutto quello che è successo. Il cantante doveva essere ospite a Live Non è la d’Urso nei giorni scorsi ma il suo posto è rimasto vacante per qualche piccola linea di febbre, almeno secondo quanto aveva rivelato la conduttrice. L’unico male con cui il cantante sardo ha dovuto fare i conti, però, è stato proprio il processo che lo ha tenuto impegnato in questo ultimo anno, e oltre, causando una serie di problemi fisici e mentali di cui non ama raccontare i dettagli. A Il Corriere della Sera Marco Carta affida i suoi pensieri: “Ero preoccupato a prescindere. Questa vicenda mi ha insegnato che la vita è imprevedibile. Io ero già stato assolto in primo grado con formula piena, estraneo ai fatti. Ed è molto raro, mi dicono, che la Procura ricorra in appello per un furto di magliette. Era una mossa che non mi aspettavo, perciò ora ci tengo a sottolineare che sono stato assolto ‘anche’ in secondo grado”.
MARCO CARTA “PROVATO FISICAMENTE E MENTALMENTE”
La cosa preoccupante per lui, però, non è stata tanto la sua salute, che ha molto risentito di questo attacco vero e proprio, quando la salute della sua amata nonna e della sua comparsa. Nella stessa intervista, Marco Carta ammette: “Il momento più difficile? Gestire la preoccupazione di mia nonna per il processo: è morta ad aprile..Era viva quando ho vinto in primo grado, ma ha fatto in tempo a sapere che il Pm aveva fatto ricorso. Diceva: ma quando finirà? Questo era il mio incubo al quadrato”. Marco Carta poi rivela che il peso del processo e delle accuse si sono aggiunte proprio a quello per la morte della nonna morta da sola in ospedale per via delle misure Anti Covid. Un momento difficile che adesso il cantante potrà dimenticare, forse.