Dopo sette anni e un progetto di vita insieme, Marco Carta è di nuovo single. Attraverso una Instagram Stories, il cantante ha confermato i gossip che da qualche tempo parlano di una rottura tra lui e Sirio. La storia d’amore, infatti, è finita e a confermarlo è stato proprio l’artista. La relazione tra i due, ufficializzata da Barbara D’Urso, andava avanti da ormai sette anni. Più di una volta la coppia aveva parlato di nozze e dell’idea di avere un figlio insieme, ma ora arriva la triste notizia: la storia tra i due è finita.



Marco Carta, sui social, ha spiegato che la sua ultima canzone dal titolo “Sesso Romantico” parla proprio della sua vita sentimentale e in particolare della sua storia con Sirio e di tutti gli amori finiti. Il cantante sardo ha definito l’amore “una tempesta”, dalla quale non sempre si esce bene.“Anche se dopo sette anni ci siamo lasciati (ormai da diversi mesi) ci sarà sempre del bene nel mio cuore. Sempre” ha scritto l’artista vincitore di Sanremo 2009. Il cantante ha chiarito poi che non tornerà più sull’argomento.



Storia d’amore di sette anni

Sirio, ex fidanzato di Marco Carta, non è un personaggio noto al pubblico, tanto da chiedere all’ex compagno di non rendere troppo noto il loro legame, in quanto non amava essere sotto i riflettori. Il cantante ha ufficializzato la relazione solo nel 2019, dopo aver fatto coming out in tv. Dopo aver rivelato di essere omosessuale, il sardo aveva presentato ai fan Sirio, senza però pubblicare troppi dettagli della sua vita e di quella del compagno.

In un’intervista a Verissimo del 2021, Marco Carta aveva raccontato la sua voglia di sposare il fidanzato e di avere con lui un figlio. Anche a Vanity Fair Carta aveva ribadito lo stesso suo grande desiderio: “Mi piacerebbe adottare e mi piacerebbe mettere al mondo un figlio con un utero in affitto, nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna, che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare”.