“Se Marco Carta abbia rubato o no alla Rinascente non lo sappiamo, di sicuro però sappiamo che il cantante ha qualche problema con la verità”, questo è l’affondo che oggi Selvaggia Lucarelli fa contro il cantante sardo che non sta di certo attraversando un buon periodo. Il capitolo presunto furto è finito nel libro del cantante ma non solo visto che il pm Nicola Rossato ha fatto ricorso in Cassazione impugnando, di fatto, la mancata convalida dell’arresto. Ma questo non è l’unico caso che vede l’ex di Amici al centro del ciclone visto che proprio in concomitanza con il presunto furto, è arrivata anche la questione Gay Pride. Il cantante ha detto in radio ha rivelato che non sono stati chiesti 8mila euro per la partecipazione al Gay Pride di Modena come detto dagli organizzatori: “Ho chiesto al mio manager di mandarmi la mail e ho visto che non erano stati chiesti 8.000€, ma meno. Mi chiedo quindi perché far diventare gigantesca una cosa piccola. Perché gettare odio e fango in una manifestazione dove si dovrebbe parlare di amore e diritti”. Dello stesso avviso non è Selvaggia Lucarelli che in risposta all’artista ha pensato bene di pubblicare una mail “chiarificatrice” in un nuovo articolo de Il Fatto Quotidiano in cui rivela le cifre esatte contenute: “Ora, a parte che i manager fanno le veci degli artisti e prendono decisioni condivise con gli artisti,la mail visionata dal Fatto parla chiaro: Massimiliano Notario, il suo manager, ha chiesto 6.500 euro più Iva (dunque 7.150 euro) più spese di vitto e alloggio per tre persone. La somma fa approssimativamente gli 8.000 euro in questione“. Come andrà a finire adesso questa questione? (Hedda Hopper)
NON C’E’ PACE PER MARCO CARTA
Novità importanti in merito alla vicenda di cronaca che vede protagonista il cantante Marco Carta. La procura di Milano, da circa una settimana avrebbe impugnato un ricorso contro la mancata convalida dell’arresto a carico del ragazzo, da parte del giudice Stefano Caramellino. Il riferimento è chiaramente a quanto avvenuto lo scorso 31 maggio quando, presso la Rinascente di Milano intervenne la polizia locale che bloccò Carta con un’amica, entrambi accusati del presunto furto di magliette del valore complessivo di 1200 euro. Per il fatto il cantante e la donna furono arrestati con l’accusa di furto aggravato ma al processo per direttissima il giudice aveva deciso di non convalidare la misura cautelare per il giovane. “E’ totalmente estraneo. Marco è una bravissima persona”, aveva detto il suo difensore, l’avvocato Simone Ciro Giordano dopo l’udienza. E lo stesso Carta anche nei giorni scorsi si era detto tranquillo rispetto al processo in programma per il prossimo settembre, aggiungendo “anzi, non vedo l’ora”. Come spiega l’agenzia di stampa Ansa, però, da oltre una settimana sui tavoli della Cassazione ci sarebbe il ricorso della procura milanese contro la mancata convalida dell’arresto, depositato dal pm di turno, Nicola Rossato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“NON ERO CONSCIO DI QUANTO ACCADEVA”
Marco Carta, oggi la presentazione del nuovo album ‘Bagagli leggeri’ e del libro “Libero di amare” dopo il mistero del furto alla Rinascente dello scorso 31 maggio 2019. Il cantante ha spiegato in conferenza stampa: «Nel primo momento c’è stata una paura generale sia dalla casa discografica che dalla casa editrice, non lo nego. Immediatamente dopo il comunicato del giudice, tutti si sono calmati: non sarebbe stato corretto né nei miei confronti né nei confronti dei fan non fare uscire due cose alle quali lavoravamo da mesi, abbiamo deciso che fosse giusto farle uscire. Il libro stava per andare in stampa, è un’autobiografia ed ho deciso di aggiungere un capitolo al libro e parlare di questa cosa qua: ho voluto mettere qua, come se fosse una seduta dallo psicologo, ciò che è successo. Devo essere sincero, non è stato facile: mi vedete sorridente perché l’ho stampato in faccia».
MARCO CARTA TORNA SUL FURTO ALLA RINASCENTE
C’è chi ha ipotizzato un’operazione di pubblicità, come ventilato anche da Selvaggia Lucarelli, ecco le parole di Marco Carta: «Sì, genio del business: sarei stato un deficiente. Secondo me bisognerebbe avere un patentino per scrivere sui social: bisognerebbe passare un esame, non è possibile scrivere determinate cose indicibili». E aggiunge: «Ho le mie fragilità e sono stato molto fragile in quel momento, ero spezzato ma ora mi sto ricongiungendo. Io sono tranquillo per il processo di settembre, non vedo l’ora, ma voglio che le persone sentissero le belle notizie dopo quelle brutte. Il processo è già andato verso una direzione, mancano i filmati delle telecamere che abbiamo già chiesto». Il cantante spiega che non si è reso conto di quanto accaduto: «Non ero conscio di quanto stava accadendo, o mi sarei dissociato o lo avrei impedito, assolutamente: non mi sono reso conto. Il mio pensiero è che finisca tutto a settembre e che possa urlarlo al mondo».