A Storie Italiane si torna a parlare del caso di Marco Cestaro, il giovane ragazzo trovato senza vita sui binari quattro anni fa in quel di Villorba, in provincia di Treviso, e che per la procura si sarebbe suicidato gettandosi sotto il treno in corsa. La pensa però diversamente la famiglia e oggi la mamma, Anna Cattarin, è stata intervistata dal programma di Rai Uno, ribadendo un pensiero già espresso in seguito: “Siamo convinti che sia un omicidio e chiediamo che siano aperte le indagini, si sta andando verso l’archiviazione e noi abbiamo presentato opposizione, abbiamo quattro perizie, due medico legali e una cinematica dell’ingegner Monfreda e una del consulente criminalista: tutte e quattro tendono a parlare di omicidio escludendo il suicidio, più di così, penso che abbiamo presentato abbastanza”.



“Non vi è nessun elemento che porta al suicidio – ha ribadito – quindi spero si aprano indagini vere e proprie e che si possa far luce”. In collegamento anche l’avvocato della famiglia, Antonio Cozza: “Il problema di questo fascicolo – spiega – è che le indagini sono state avviate per ipotesi di omicidio a distanza di due anni dai fatti grazie alla signora, la ‘mamma coraggio’, che ha portato la procura ad aprire un fascicolo per omicidio, altrimenti fin da subito, ed è questo il vero problema, è stato classificato come un suicidio”.



MARCO CESTARO, L’AVVOCATO: “ANDAVA IN GIRO CON UN COLTELLINO, AVEVA PAURA”

Sono due procedimenti penali aperti – ha aggiunto il legale della famiglia di Marco Cestaro – uno per omissione di soccorso di chi non è intervenuto, e l’altro per omicidio contro ignoti, la richiesta di archiviazione è nei confronti del procedimento per omicidio e noi abbiamo presentato opposizione”. Quindi il legale spiega tutti gli aspetti che non quadrano della vicenda: “Sembrerebbe che l’incidente si sia verificato alle 17:40 con i soccorsi che sono arrivati alle 19, c’era tutto il tempo per intervenire. Il consulente della procura scrive con parole chiare “pur con qualche dubbio devo concludere con l’ipotesi suicidiaria”. Due giorni dopo viene trovato un giacchetto capovolto quindi come se fosse stato sfilato con forza; non c’è compatibilità fra i segni riportati, il taglio alla gola e un treno che andava a 136 km/h, non ha nessun segno sul corpo compatibile, ha delle fratture ma i segni sarebbero completamenti diversi”. E ancora: “Marco aveva manifestato paura verso altri soggetti prima di morire, aveva il coltellino dietro, oggi chiederemo ulteriori indagini con l’augurio che la richiesta di archiviazione venga accolta anche se è difficile intervenire dopo quattro anni di ritardi nelle indagini”.

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