Cambiano i vertici del settimanale l’Espresso. Il giornalista Marco Damilano ha annunciato le proprie dimissioni da direttore del settimanale: alla base della decisione c’è la mancata condivisione dell’intenzione del gruppo GEDI di vendere la testata. Già da settimane circolano voci sulla probabile vendita della testata, che però non avevano mai trovato conferma. Oggi, la scelta delle dimissioni del direttore, conferma le tante indiscrezioni degli ultimi tempi. Nella lunga lettera pubblicata su l’Espresso stesso, Damilano ha spiegato di essersi speso personalmente per trovare soluzioni alternative con i vertici stessi del gruppo.



Dopo la dimissioni del direttore, il gruppo GEDI ha diffuso una nota ufficiale nella quale annuncia di aver nominato come nuovo direttore dell’Espresso il giornalista Lirio Abbate, già vicedirettore dal 2017. La nomina ha “effetto immediato”, come si legge sul comunicato. Damilano era stato direttore del giornale dal 2017, dopo due anni da vicedirettore.



Marco Damilano, le dimissioni in una lunga lettera

Ad annunciare le dimissioni è stato lo stesso Marco Damilano in una lunga lettera apparsa sullo stesso sito del settimanale l’Espresso: “Questa mattina ho scritto una mail all’ingegnere John Elkann, presidente del gruppo Gedi, per comunicare la mia decisione di lasciare la direzione dell’Espresso, dopo quattro anni e mezzo. Sento in questo momento di dover dare qualche spiegazione ai lettori, che per un giornalista sono i veri padroni. Per un debito di gratitudine nei vostri confronti, per senso di responsabilità, per un dovere di verità. Lascio la direzione del settimanale dopo quasi quattro anni e mezzo di direzione e esattamente dopo ventidue anni di servizio prestato nella testata più importante del giornalismo italiano, un mito per chi fa il nostro mestiere. (…)



Ho appreso della decisione di vendere L’Espresso da un tweet di un giornalista, due giorni fa, mercoledì pomeriggio. Ho chiesto immediati chiarimenti all’amministratore delegato Maurizio Scanavino, come ho sempre fatto in questi mesi. Mesi di stillicidio continuo, di notizie non smentite, di voci che sono circolate indisturbate e che hanno provocato un grave danno alla testata. Non mi sono mai nascosto le difficoltà. Ho più volte offerto la mia disponibilità in prima persona a trovare una soluzione per L’Espresso, anche esterna al gruppo Gedi, che offrisse la garanzia che questo patrimonio non fosse disperso. Ma le trattative sono proseguite senza condivisione di un percorso, fino ad arrivare a oggi, alla violazione del più elementare obbligo di lealtà e di fiducia” prosegue la lettera di Marco Damilano.

La replica del CDR de L’Espresso

Dopo la nota di Marco Damilani, è arrivata la replica della direzione de l’Espresso stesso, che si è detta d’accordo con le parole dell’ormai ex direttore: “La redazione dell’Espresso condivide pienamente le motivazioni delle dimissioni del direttore Marco Damilano, a cui esprime la sua totale solidarietà e che ringrazia per questi quattro anni insieme. Esponendosi in prima persona, Marco Damilano ha dato risalto a una “decisione scellerata” che impoverisce il gruppo Gedi e l’intero panorama dell’informazione italiana. Recidere L’Espresso, la radice da cui è nato questo gruppo editoriale, mette a rischio la tenuta di tutta l’azienda.

Siamo consapevoli dello stato di difficoltà in cui versa il giornalismo, ma Gedi è nel cuore di questa crisi, come dimostrano i numerosi avvicendamenti al suo vertice e alla guida delle sue principali testate. Un’assenza di strategia che ora si vuole far pagare all’Espresso. Noi giornalisti continueremo a difendere l’identità, l’anima e il ruolo civile, politico e culturale della nostra testata. Per questo la redazione è da oggi in stato di agitazione, e proclamerà le giornate di sciopero necessarie per impedire l’uscita del numero dell’Espresso attualmente in lavorazione“.