E’ morto Marco De Veglia, guru del marketing, deceduto a causa del covid. Quando è spirato si trovava nel suo letto di casa in quel di Miami, in Florida, e fino all’ultimo si è rifiutato di chiedere aiuto: «Nella penultima telefonata mi ha detto: “Da una settimana ho questa brutta influenza e non passa” – spiega ai microfoni de La Stampa un amico da una vita, rimasto volutamente anonimo – e io: “Ma quale influenza! Hai il Covid. Ti sei fatto il tampone?”. “No, non c’è bisogno”, continuava a insistere. Era coerente con le sue convinzioni sbagliate. Nell’ultima telefonata, mercoledì 21 luglio, era ricoverato nel reparto di terapia intensiva e aveva il casco per l’ossigeno. Mi ha mandato una foto in cui aveva una brutta cera, ma era comunque fiducioso. Le ultime parole che mi ha detto sono state queste: “Ci sentiamo entro fine mese per riprendere il lavoro”». Marco De Veglia, stando a quanto racconta l’amico, è stato ucciso dal covid praticamente in due settimane: «Ho fatto il calcolo. Dai primi sintomi all’ultimo respiro sono passati 14 giorni. Marco aveva la variante Delta. Mi sento profondamente in colpa per non aver insistito di più. Doveva andare subito in ospedale a farsi quel dannato tampone. Il suo primo errore è stato non vaccinarsi. Ma senza il secondo errore forse adesso sarebbe ancora vivo».



De Veglia aveva 55 anni, e lascia una moglie e un figlio; era nato a Trieste dove poi si era laureato prima di trasferirsi a Milano e quindi negli Stati Uniti dove si era specializzato in marketing, divenendo poi uno dei migliori “brand positioning” dl Vecchio Continente. Peccato però che, oltre alle idee geniali nel suo campo, aveva iniziato ad abbracciare delle teorie discutibili come spiega La Stampa, a cominciare dall’abbracciare la tesi degli antimalarici contro il covid, farmaci mai testati realmente, ed inoltre, negli ultimi mesi era diventato un no vax convinto, una sorta di complottista. Pochi giorni fa, prima di ammalarsi, aveva scritto (era il 19 luglio): «Il problema è che nella narrazione pandemica fatichiamo a trovare anche solo un 1% di verità. Eppure ci proviamo, ma niente da fare, una contraddizione dietro l’altra a fare da eco a una propaganda buffa quanto asfissiante. L’ultima sparata è quella dei pass».



MARCO DE VEGLIA, MORTO DI COVID IL NOTO NO VAX: “HO PERSO UN AMICO PER NON LITIGARE CON LUI…”

Era contro i vaccini e contro il green pass, e firmava petizioni per radiare gli immunologi in prima linea contro il covid. «Alert: questo testo contiene fatti scientifici inequivocabili che non possono essere scritti su Facebook e fanno inca*zare Burioni», scriveva condividendo news No Vax, e ancora «I vaccini come gli iPhone. Attendiamo il lancio del nuovo modello a settembre», ma anche: «Se Bill va in Congo e ha paura di morire di colera, si vaccina. Non vuole che tutti gli abitanti del Congo si vaccinino. Non pretende che tutti gli abitanti non vaccinati del Congo non vadano al ristorante. Se hai paura di morire di una malattia, fai come Bill. Vaccinati e lascia in pace il resto dell’umanità».



Frasi che ovviamente rilette ore mettono tanto tristezza e un pizzico di rabbia. Un altro amico, che si è allontanato da Marco De Veglia proprio per le sue visioni sul vaccino e sul covid, aggiunge amareggiato: «Adesso mi viene da piangere. Ho perso un amico per non discutere con lui e per non litigare, ma che cavolo di amico sono? Marco era sommerso dalle fake news. E più l’algoritmo gliene mandava, più lui ci credeva. Ho sbagliato ad arrendermi. Dovevo insistere. Dovevo prenderlo a pugni, piuttosto. Dovevo convincerlo a farsi il vaccino in tutti i modi».