A I Fatti Vostri il caso di Marco Ferrazzano, il giovane 28enne che si è suicidato un anno fa in quel di Foggia, dopo una serie di atti di bullismo. Tiziano è stato ospite negli studi del programma di Rai Due, e ha raccontato la drammatica vicenda vissuta: “Era un ragazzo fragile, amava vivere, voleva stare con gli altri, lui era normale, aveva un piccolo problema psicologico, lo sapeva, era consapevole che se prendeva una pastiglia stava bene. A Verona era bullizzato ma c’era sempre la mia presenza. Era vittima di bullismo, lo perseguitavano, ma subentravo io, ero sempre presente e finiva tutto là. Poi dopo sono accadute cose gravi che l’hanno portato al suicidio”.



Quando i genitori di Marco Ferrazzano si sono separati, il ragazzo è andato a vivere con la mamma a Foggia: “E’ stato affiancato da un branco di delinquenti, tutti ragazzi – ha proseguito Tiziano Ferrazzano – hanno capito la fragilità, i problemi che aveva, l’hanno accerchiato tutti i giorni, lo istigavano, gli facevano i video, lo prendevano a schiaffi, lo bullizzavano, lo investivano con un ciclomotore, mettevamo i video sui social, come Instagram, Facebook. Non erano suoi amici, erano solo ragazzi che volevano divertirsi e prenderlo in giro, aveva solo un amico con gli stessi suoi problemi, ma anche lui veniva bullizzato”.



MARCO FERRAZZANO, SUICIDATOSI A FOGGIA. L’AVVOCATO: “IL FURTO DEL TELEFONO…”

Quando Marco si è trasferito a Foggia, il papà non ha più saputo praticamente nulla degli atti di bullismo: “Lui non mi diceva mai nulla, mi ha sempre negato tutto per non farmi star male. La mia ex sapeva tutto ma non mi raccontava nulla. quando andavo a Foggia andavo da lei per parlare un po’, si parlava solo di soldi e basta, non di Marco. A Foggia ho conosciuto questo ragazzo che mi ha raccontato qualcosa, ma non erano cose gravi, non mi ero preoccupato. Io le cose le venivo a sapere tramite mio fratello o qualche amico. Volevo riportarlo a Verona, siamo andati dagli assistenti sociali per portarlo in qualche istituto ma ci voleva la firma di Marco e lui non voleva”.



Poi, il 21 gennaio 2021, a Marco viene rubato il cellulare e lui si suicida buttandosi sotto un treno: inizialmente era scomparso, poi la tragica scoperta. “Gli hanno rubato il cellulare – ha raccontato ancora il padre – è andato in escandescenza. Io sono sicuro che qualcuno l’abbia aiutato, solo per una sfida, non so come abbia fatto a fare tutti quei chilometri in pochi minuti. Spinto sul binario no, ma ha fatto 6 km, da Foggia verso Milano, ma il macchinista l’ha visto nella direzione opposta. Qualcuno lo ha accompagnato e l’hanno istigato, un gioco assurdo? Si penso questo”. L’avvocato di Tiziano Ferrazzano ha concluso: “Non viene contestata l’istigazione al suicidio, ci sono degli approfondimenti che faremo, ma l’evento del furto ha fatto si che Marco, indirettamente facesse quello che ha fatto. Marco nascondeva qualcosa ma forse qualcosa di suo personale e aveva paura di una divulgazione sapendo che era stato già oggetto di video poi pubblicati su Instagram”.