Splendido monologo di Marco Giallini all’Arena di Verona per ricordare Sacco e Vanzetti. “Due facce da italiani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Nicola con le orecchie un po’ a sventola e fronte alta e Bartolomeo con quei baffoni spioventi e lo sguardo in cui la rassegnazione non piega l’onore”. Marco Giallini si cala nella parte con grande intensità e continua: “Ci chiamavano Italiani bastardi, come vedete la storia si ripete, li chiamano italiani bastardi e portatori di malattie. Nicola e Bartolomeo, un calzolaio e un pescivendolo, due anarchici per i quali l’anarchia è un miraggio di un mondo giusto. Loro vittime di un ingiustizia grande quanto la storia, sono già colpevoli quando li arrestano, sono colpevoli quando li accusano e quando li mandano alla sedia elettrica senza uno straccio di prova. Due poveri cristi e due giganti, che muoiono innocenti ma non stanno zitti: possono bruciare i nostri corpi oggi, non possono distruggere le nostre idee se rimangono per i giovani del futuro. L’ultimo definitivo istante ci appartiene, tale agonia è il nostro trionfo”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Marco Giallini all’Arena di Verona con Il Volo

Marco Giallini tra gli ospiti del concerto – tributo de Il Volo a L’Arena di Verona dedicato al Maestro Ennio Morricone. Una serata di grande musica con la partecipazione di ospiti illustri chiamati ad omaggiare e celebrare il genio del compositore romano scomparso a luglio scorso. Tra questi c’è anche l’attore romano che tutti ricorderanno per il ruolo di Rocco Schiavone, un personaggio che gli ha regalato la grandissima popolarità.



Recentemente l’attore però ha voluto condividere un lato molto intimo e privato della sua vita parlando della moglie Loredana che ha perso dieci anni fa. Intervistato da Il Corriere della Sera, l’attore ha rivelato: “alla fine, io sto in lockdown da quando è morta Loredana”. Nonostante siano passati dieci anni dalla morte della moglie, Giallini non ha mai smesso di parlarle: “quando sto solo e qualcosa non va. Dico: Eh amore mio…”. La morte della moglie ha sicuramente sconvolto la vita dell’attore che però proprio in quegli anni ha visto decollare la sua carriera.



Marco Giallini sulla morte della moglie: “Il dolore era troppo”

Un momento difficilissimo nella vita privata e di successo sul lavoro che ha portato Marco Giallini a confrontarsi con il suo ruolo di padre al punto che ha raccontato:  “per dare una possibilità in più ai figli. Dovevo tirarli su come ci eravamo promessi. Lei voleva che facessero il Classico, uno lo fa, l’altro l’ha finito: è una cosa stupenda, chi fa il Classico si riconosce da lontano”. Dopo la morte della moglie Loredana, Marco Giallini non si è più innamorato in vita sua.

“Il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni” – ha detto l’attore che parlando proprio di amore ha precisato: “innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una”. Sul finale ha poi parlato dei suoi figli rivelando: “i miei figli mi dicono ti amo. Quanti figli ti dicono: ti amo? Sono bravi. Il grande, una volta, mi disse: io l’adolescenza non l’ho avuta, mamma è morta che avevo 12 anni e non ho avuto nessuno da punire”.