Marco Ligabue, fratello del grande Luciano, è stato ospite stamane del programma in diretta su Rai Uno, Uno Mattina in Famiglia. Forse non tutti sanno che anche il fratellino del Liga è un grandissimo musicista e artista, e che suona la chitarra da quando ha 15 anni: “E’ stato amore a prima vista, avevo tante chitarre del fratellone, poi un giorno decisi di provare e mi sentivo già un ragazzo del falò, gli amici attorno, le ragazze che mi adocchiavano… è stato amore per sempre. La chitarra che cosa è per me? E’ una compagna di vita che non ti tradisce, è una fedelissima, poter suonare è un modo per stare bene, se c’è un momento di fragilità e ti metti da solo sul divano con una chitarra, arpeggi due note e già senti che stai meglio, ha un potere quasi curativo la chitarra”. Marco Ligabue ha alle spalle oltre 750 concerti da solista e un tutto esaurito all’Auditorium di Roma: “Quando suoni è il culmine massimo, è bello lavorare sulle canzoni ma poi quando vai a raccontarle al pubblico entri in contatto diretto. I nostri genitori hanno fondato negli anni ’70 una delle prime balere quindi siamo nati così e cerchiamo di trasmettere tutta la nostra emotività sul palco”.



Sul suo libro ‘Salutami tuo fratello’: “E’ una delle frasi che mi sono sentito più dire nella mia vita, è un libro che ho scritto perchè ho pensato che avevo delle cose da raccontare, un’esperienza fantastica di musica vissuta attraverso Luciano, poi noi siamo partiti da un paesino piccolissimo come Correggio, una vita fantastica per i ragazzi di provincia”. Marco Ligabue racconta un totale di 33 storie: “Racconto anche delle mie storie con le ragazze, io sono più monello mentre Luciano è più inquadrato e ovviamente c’è tantissima musica perchè è quello che fa parte della nostra vita. Correggio non riesco a lasciarla è il luogo del ritorno, vivendo questa vita fra concerti e spettacoli poi hai bisogno di ritornare alla realtà e trovare gli amici di sempre, anche quelli che ti mandano a quel paese. Il mondo dello spettacolo è una bolla dorata quindi tornare li ti rimette subito con i piedi per terra. Non pensavo neanche di scrivere un libro, sono partito da un racconto, poi sono arrivato a 33, perchè 33 mi piaceva tantissimo, poi pensando anche ai 33 giri… il 33 è perfetto”.



MARCO LIGABUE: “QUANDO PORTAI UNA SVEDESE A CORREGGIO…”

Ma chi è Luciano Ligabue per Marco? “Per me è sempre stato uno stimolo, mi ha incoraggiato, incuriosito, ho alzato sempre l’asticella grazie a lui. Poi mi sono complicato la vita ed ho deciso di fare il cantautore e cantante, la stessa cosa di Luciano. Ho deciso di abbattere quel muro, non volevo più essere solo ‘fratello di’, perchè avevo delle cose da raccontare. Luciano è sempre a disposizione dei consigli ma sa che è anche una figura ingombrante, quindi sta al suo posto”.

“L’episodio dei 33 che ho di più nel cuore? – ha concluso Marco Ligabue – Ho fatto una maratona quando mio padre aveva una brutta malattia e l’ho fatto per dargli coraggio in quel momento delicato. Un episodio divertente? Quando a 18 anni ho conosciuto una svedese in vacanza a Riccione, la portai a Correggio e Luciano per la prima volta l’ho visto inebetito, è stato lo spunto della sua canzone ‘ho perso le parole’”, ironizza.