Marco Maddaloni, atleta, personaggio famoso e papà. Ha solo 32 anni ma nella sua vita ha già fatto tanto, come raccontato dallo stesso ai microfoni di Chi, rispondendo alle domande del collega Francesco Fredella. Marco Maddaloni è nato in una delle zone più difficili d’Italia, il quartiere di Napoli Scampia, le famose Vele, case popolari spesso e volentieri centro di spaccio e reati vari: “Sono nato a Scampia in una delle Vele che ora hanno demolito – dice – lì sono ritornato da atleta e campione per aprire una palestra”. Nelle Vele ci ha vissuto otto anni, prima del trasferimento: “Avevo 8 anni quando sono andato via dalla Vela marrone di Scampia per trasferirmi vicino a Secondigliano. Ma il mio cuore è rimasto in quel posto, per certi aspetti difficile”.



E proprio per questo ha deciso di aprire una palestra dove è nato: “Scampia è il quartiere di Napoli dove sono cresciuto – racconta ancora Marco Maddaloni – mio padre, che lavorava in ospedale ed era campione di judo, è stato il nostro vero maestro. Quando mio fratello ha vinto le Olimpiadi, nel 2000, io avevo già vinto un po’ di campionati e così abbiamo chiesto al Comune di Napoli di poter ottenere le autorizzazioni per aprire una palestra a Scampia. Ci siamo riusciti, è grandissima. Adesso, ovviamente, è chiusa a causa del covid. E’ frequentata da molti ragazzi di Scampia e non solo. Nessuno di loro paga. Durante questi mesi di pandemia molti imprenditori ci hanno aiutato acquistando beni di prima necessità per le famiglie del posto”. Ma non è facile portare avanti un’attività pressochè senza introiti: “Per nostra fortuna spesso arrivano gli sponsor, che ci danno una mano – racconta a riguardo Marco Maddaloni – per esempio quando ho vinto L’isola dei famosi, nel 2019, ho destinato alla palestra l’intero montepremi da 100mila euro”. Ma il piacere di potere togliere ragazzi dalla strada non ha eguali: “Ne abbiamo salvati tantissimi. Molti di loro grazie al judo e allo sport in generale sono entrati nei gruppi sportivi delle Forze dell’Ordine. E di questo ne vado fiero. Servono lo Stato e portano a casa uno stipendio a fine mese”.



MARCO MADDALONI: “SCAMPIA MI HA INSEGNATO AD AVERE FAME”

Scampia resta comunque il luogo del cuore per Marco Maddaloni: “Scampia mi ha insegnato ad avere fame. E questa fame mi ha insegnato a non mollare mai. Io ci torno sempre in quel posto, ci porto i miei figli. Per me Scampia è vita. Bisogna ricordarsi da dove si parte, per riuscire a capire dove arrivare. Nella mia palestra ci sono alcune alcuni detenuti di Poggioreale che stanno scontando gli ultimi anni di carcere e vengono da noi a lavorare. Ne saranno passati un centinaio in questi anni. Sono detenuti di ogni età. Il rapporto è di estremo rispetto, mi chiamano campione e ci diciamo del lei. Spesso si aprono e mi raccontano la loro storia. Mi dicono spesso che, per portare i soldi a casa, hanno commesso errori che non rifarebbero mai più”. Nonostante la difficile realtà, l’atleta ammette di non aver avuto mai paura: “Mai. Conosco tutti. E’ casa mia. Io sono cresciuto in mezzo alla strada anche se non ho mai fatto errori quando ero adolescente. Sono ancora uno di loro, intendo un vero scugnizzo napoletano: vivace, estroverso, felice”. Ma qual è il suo sogno nel cassetto? Il pensiero va ai figli: “Condurre i miei figli sempre sulla buona strada. Io sono partito da zero. Vorrei tanto che loro mi oscurassero, che diventassero più bravi di me in tutto. Nello sport e non solo”. A livello televisivo invece: “Dopo aver vinto due reality, L’isola dei famosi e Pechino Express, manca il GF Vip. Mi piacerebbe anche una serie tv sulla mia storia: ne avrei di cose da raccontare. E infatti sono quelle che sto inserendo nel mio primo e credo ultimo libro. Ho voluto mettere le mie emozioni nero su bianco”. Lo sport, Scampia, la tv ma anche la moglie Romina Giamminelli, da cui Marco non si separa mai: “Lei segue la mia attività imprenditoriale perchè, oltre allo sport e alle palestre, ho investito in vari settori, come quello immobiliare. Ci amiamo da 12 anni e dopo averla sposata in Comune nel 2015 l’ho risposta anche in chiesa nel 2019 subito dopo la vittoria dell’isola. Lei si occupa, oltre che della casa e dei figli (e questo è un grande lavoro), anche delle questioni burocratiche e amministrative delle nostre società. Si ci siamo conosciuti sui social, tramite Facebook. L’ho corteggiata e poi siamo usciti insieme per la prima volta dopo due mesi. Nemmeno rispondeva ai miei messaggi. L’ha convinta sua madre a uscire con me. Dopo averle scritto più volte sui social mi ha dato finalmente il numero di telefono. L’ho chiamata e ha risposto la madre, che imbarazzo! Ma è nata così la nostra famiglia”.

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