Lutto nel mondo del cinema napoletano per la morte di Marco Malapelle scomparso a soli 33 anni per un tumore che non è riuscito a combattere come scrive Vanity Fair. Marco, conosciuto nel Rione Sanità come «o’ gemello» per via del fratello gemello Carmine, non era un attore, ma un operatore che aveva lavorato su set importanti come quello della soap opera “Un posto al sole” e della fiction campione d’ascolti “L’amica geniale”. Una scomparsa, quella di Marco Malapelle che ha scosso profondamente il mondo dello spettacolo napoletano che di Marco amare l’infinita professionalità e la devozione per il suo lavoro. “Che dispiacere Marco, un vuoto incolmabile. Il cinema partenopeo perde uno dei suoi figli migliori”, ha scritto su Facebook l’attore e regista Vincenzo Pirozzi. A ricordare Marco sono stati anche alcuni attori di Un posto al sole. “Un altro amico della troupe di “Upas” è venuto a mancare prematuramente. Sono vicino ai Suoi famigliari con l’affetto e la preghiera”, ha scritto Riccardo Polizzy Carbonelli mentre Luca Turco ha scritto – “Ci stringiamo al dolore della famiglia per questa prematura e dolorosa scomparsa”.



Marco Malapelle, le parole di Vincenzo Pirozzi

A raccontare chi era Marco Malapelle è stato l’attore e regista Vincenzo Pirozzi che, dopo aver espresso il proprio dolore per la prematura morte di Malapelle, ha spiegato il ruolo che aveva nel mondo dello spettacolo attraverso un post pubblicato su Facebook. “Marco non era un attore. Marco si occupava di prevenzione e sicurezza sul set. Negli ultimi anni faceva l’attrezzista e a volte ha anche lavorato come macchinista. Marco faceva parte della manovalanza, era uno di quelli che agiva dietro e non davanti alla m.d.p. ‘O gemello faceva parte dell’ anima dei film, quello che difficilmente riuscivi a leggere nei titoli di coda ma che è fondamentale per la realizzazione di una produzione cinematografica, fondamentale come gli attori protagonisti”, scrive Vincenzo Pirozzi che poi spiega di aver voluto precisare il suo ruolo perchè, conoscendolo, avrebbe preferito “che si parlasse di lui per quello che realmente ha svolto sul campo. Questo ragazzo amava quello che faceva e lo faceva in modo superlativo”, conclude.



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