Marco Mancini, una lunghissima militanza all’interno dei servizi segreti italiani, prima al Sismi e da ultimo al Dis, è stato assolto in tutti procedimenti giudiziari che gli sono stati intentati. Oggi Mancini è in libreria con Le regole del gioco. Dal terrorismo alle spie russe: come il controspionaggio offensivo ha protetto gli italiani (Rizzoli). Il Sussidiario gli ha chiesto un’opinione su due casi di cronaca apparentemente distanti, uniti però dal ruolo dell’intelligence, decisiva nei successi ma altrettanto nei fallimenti. Vediamo perché.



Dottor Mancini, esiste un rapporto diretto tra l’azione posta in essere dai comici russi, cioè la telefonata a Giorgia Meloni, e Putin?

In Russia anche le attività dei comici, soprattutto se indirizzate a politici stranieri, sono sottoposte al vaglio dell’intelligence di Mosca e quindi di Putin. Non mi stupirei se la “azione di penetrazione” di Vovan e Lexus fosse stata originata dallo spionaggio del Cremlino.



Come è potuta riuscire?

Ritengo che i due comici abbiano avuto indicazioni-informazioni attendibili, precise e puntuali circa il momento opportuno per intraprendere la telefona al nostro Presidente del Consiglio.

L’operazione ha avuto come sua finalità anche quella di destabilizzare il nostro Governo mostrandone le fragilità interne?

Non conosco lo scopo della telefonata. Ritengo che l’intelligence russa abbia voluto dimostrare all’Europa come sia facilmente superabile il filtro intorno al Presidente e carpirne le considerazioni rispetto allo scenario internazionale.

L’operazione di disinformazione portata avanti dai comici russi è la dimostrazione che la Russia, in modo graduale ma inesorabile, sta incominciando ad attuare delle controffensive ai danni del nostro Paese anche a questo livello?



Da tempo i servizi segreti di Mosca hanno posto l’Italia come loro target privilegiato. Rammento alcuni fatti. Il primo. Il commando di agenti segreti russi che alcuni anni fa ha avvelenato l’ex agente del Gru Sergej Skripal, collaboratore dell’ MI6, a Londra, è transitato più volte, come ha riportato la stampa, dall’aeroporto di Milano. Il secondo: tre anni fa viene arrestato, da parte dei carabinieri del Ros, l’ufficiale della marina italiana Walter Biot: il militare, reclutato in Italia da agenti operativi dell’intelligence di Mosca, è stato condannato a 30 anni di carcere a marzo di quest’anno. Infine: Artem Uss viene arrestato a Milano lo scorso 17 ottobre. Imprenditore russo figlio di un oligarca molto vicino a Putin, evaso dal suo domicilio di Basiglio nel milanese per via della richiesta di estradizione avanzata dagli Usa, Uss riappare a Mosca dopo alcuni giorni. È possibile che l’evasione sia stata organizzata dall’intelligence russa.

Quali riforme dovrebbero essere fatte perché i nostri servizi possano essere veramente efficienti e siano in grado di anticipare e costruire scenari verosimili per consentire alla leadership politica di agire con lucidità e rapidità?

Come scrivo nel mio libro, occorre ripristinare un’efficace azione di controspionaggio offensivo nelle aree che sono di interesse della politica italiana e della Nato.

Per quanto riguarda invece l’attuale guerra in corso tra Israele e Hamas si impongono alcune domande. Quali sono state a suo giudizio le cause che hanno portato a commettere errori di valutazione certamente gravi da parte dei servizi di sicurezza israeliani?

In Medio Oriente da diversi anni i servizi israeliani, americani ed europei hanno incrementato e potenziato notevolmente l’intelligenza artificiale. In sintesi, l’azione cyber viene proposta come “arma” vincente nelle situazioni di guerre latenti o palalesi che siano, a scapito della tradizionale attività humint (human intelligence, nda), cioè un controspionaggio offensivo, attivo, a volte invasivo utile a prevenire conflitti e/o sedare sul nascere guerre, stragi, attentati. Come avviene? Occorre raccogliere informazioni attendibili sul terreno da fonti umane altrettanto attendibili, e informare l’autorità politica, la quale è chiamata a prendere decisioni strategiche. La mancanza di una vera azione humint in Libano e Gaza ha provocato, il 7 ottobre scorso, l’attacco terroristico da parte di Hamas a Israele.

I servizi italiani potrebbero avere un ruolo nella liberazione degli ostaggi?

L’intelligence italiana nel tempo ha sempre avuto un ruolo primario in Medio Oriente. Non conosco l’attuale capacità della nostra intelligence nell’acquisire informazioni sull’ala militare di Hamas. In mancanza di ciò è difficile assumere un ruolo decisivo nella questione degli ostaggi.

Come valuta gli ultimi sviluppi sulla questione degli ostaggi, sviluppi che evidentemente presuppongono una trattativa?

È un buon inizio.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI