Marco Mariolini è stato ribattezzato il cacciatore di anoressiche. L’uomo aveva infatti una vera e propria ossessione per le donne magre, e nel 1998 uccise la propria compagna con 22 coltellate. Oggi Marco Mariolini ha scontato la sua pena e la sua storia è diventata anche un docufilm dalla regia di Matteo Garrone. «La donna ideale me la immagino con la pelle trasparente e la spina dorsale che si vede dalla pancia», scriveva nei suoi appunti, come ricorda il Corriere della Sera. Aveva così spinto la sua compagna, a pesare solamente 33 chilogrammi, fino alla gravidanza, quando la stessa aveva ovviamente riacquistato peso, “rompendo” una sorta di patto sacro con Marco Mariolini, che decise di separarsi. L’uomo lasciò casa e iniziò a vagabondare in giro, trascurando anche il lavoro pur di cercare ragazze anoressiche disposte ad accontentare i suoi desideri. Arrivò a mettere degli annunci in cui si offriva di conoscere «a scopo di convivenza o matrimonio donne dai 18 ai 50 anni magre, anzi magrissime», e un’altra persona, come ricorda il quotidiano di via Solferino, abboccò all’amo. Si trattava di Monica Calò, una studentessa diplomata dell’alto Piemonte: un metro e 72 per 44 kg, la vittima perfetta.



Iniziò così un rapporto malato dove lui poteva ingozzarsi mentre lei al massimo rosicchiare una crosta di formaggio, che durò fino ad una notte del 1996 quando Monica, dopo una lite furibonda, prese un martello e ferì gravemente Mariolini alla testa, mandandolo in coma e venendo poi arrestata. Nel contempo il cacciatore di anoressiche si riprese in ospedale, decidendo di pubblicare i suoi scritti, una biografia in cui si domandava come mai la società «non riesca trovare una cura per un anoressofilo come me». Chiedeva quindi aiuto, diceva di essere «un potenziale mostro» che andava «fermato prima che involontariamente io ammazzi qualcuna», e annunciando di voler diventare un serial killer per torturare e uccidere le donne che non si fossero piegate ai suoi desideri.



MARCO MARIOLINI, IL CACCIATORE DI ANORESSICHE: LA DENUNCIA DEI CARABINIERI IGNORATA

Nessuno prese sul serio quella minaccia, tranne due carabinieri la cui denuncia venne però di fatto ignorata. Una volta uscito dall’ospedale, e una volta che Monica venne assolta, l’uomo riuscì a riavere con se la sua dolce metà: il 14 luglio del 1998 i due si incontrarono, e dopo una giornata tranquilla a Verbania, lui tirò fuori il coltello e pugnalò la ragazza 22 volte, che nel frattempo si era rifiutata di tornare con lui.

Mariolini andò a processo e venne condannato a 30 anni di galera, non venendo riconosciuto infermo mentalmente in quanto affetto da una patologia non definibile e non trattabile clinicamente. La sua pena terminò la scorsa primavera, ed oggi si trova in una residenza psichiatrica dove dovrà stare fino al 2023. Nove e Discovery+ hanno dato spazio alla sua vicenda, e a 61 anni Mariolini è apparso un uomo completamente diverso rispetto a quello di 30 anni fa: «Non ho niente da dire, per me è acqua passata. Non ho dichiarazioni da fare, quello che è stato è stato. Non si può tornare indietro e non mi interessa fare commenti». “Di quell’individuo spavaldo – conclude il Corriere della Sera – salvo le ossessioni, non è rimasto che lo scheletro”.