Convivere con una diceria negativa sul proprio conto non è mai semplice soprattutto se c’è una carriera artistica da portare avanti proprio perché questo può condizionare l’atteggiamento del pubblico. Ne sa qualcosa Mia Martini, che non ha mai nascosto la sua sofferenza, ma anche Marco Masini, che era arrivato addirittura sul punto di smettere di cantare, convinto che in pochissimi abrebbero poi comprato i suoi dischi.



Fortunatamente quella è stata solo una fase che si è conclusa, nonostante lui ritenga che tra lui e la collega scomparsa ci siano grandi differenze: “Per Mimì in maniera casuale nacque qualcosa durante il montaggio di un palco. Per me invece tutto cominciò per le canzoni che cantavo. Chi si identificava pensava che sarebbero state d’aiuto per uscire da un momento triste, chi al contrario si disinteressava mi aveva individuato come un cantante negativo”.



Marco Masini e la diceria con cui ha dovuto combattere

Decidere di lasciare tutto quando non ci si sente compresi o, peggio ancora, considerati in modo negativo, può essere più che naturale. Ne sa qualcosa anche Marco Masini, che ha dovuto convivere con una serie di malelingue che sostenevano che lui portasse sfortuna. Anzi, i testi delle sue canzoni erano all’insegna del pessimismo proprio per questo.

“Io non credo nella cattiveria della gente. Non credo di essere stato odiato. La cattiveria arriva dall’odio – aveva raccontato -. “Quando un’azienda va a fondo un amministratore delegato deve dimettersi. Era una persecuzione, non riuscivo neanche ad andare al bar a prendere il caffè. Vedevi gente che si girava e si toccava, era difficile. Mi sentivo disarmato, quella è un’arma letale”. Nonostante tutto, lui si è fatto coraggio ed è riuscito a riprendersi: “Bisogna essere lucidi, freddi e capaci di dimostrare il contrario. Io conosco una formula sola: scrivere canzoni. Deve essere ancora più bella, deve avere una forza sua che nonostante ci sia un muro difficile da superare ha talmente tanta forza che lo sfonda. E così è stato per l’Uomo volante“.