Marco Masini: “Ho perso mia mamma a 19 anni…”

Spesso in maniera erronea e fuorviante si tende a credere che i personaggi famosi, noti – in quanto tali – siano dotati di scudi granitici per difendersi dal dolore, dalle difficoltà e dalle fragilità tipicamente umane. L’intervento di Marco Masini a Le Iene mette a nudo proprio questa falsa convinzione; un artista immenso, che ha conosciuto e ancora vive il successo ma che alle spalle ha una storia di vita più che difficile, sia per traumi personali che per derive dovute proprio alla notorietà.



Non credo esista un’età ‘giusta’ per perdere la madre, ma 19 anni sono veramente pochi. Il pianoforte era il mio modo per anestetizzare il dolore. Quando iniziai a lavorare con la musica fu un sogno che si avverava”. Inizia così Marco Masini, partendo dal dolore forse più grande provato nella sua vita prima di arrivare ad affermarsi nella scena musicale. “Facevo il pianista per cantanti famosi, avevo poco più di vent’anni e provavo qualcosa che assomigliava alla felicità; poi è cambiato tutto velocemente. Si accorsero che cantavo bene, ho partecipato a Sanremo e ho vinto; successo, soldi… Un senso di ingannevole di onnipotenza”.



Marco Masini, il monologo a Le Iene dalle ‘illusioni’ del successo alle voci sul portare sfortuna

Il successo può abbagliare, può portare con impulsività verso scelte che solo il tempo dimostra sbagliate: “Forse non ero preparato a tutto quello, forse ho fatto degli errori, mi sono comportato in modo sbagliato con persone che non lo meritavano o con persone importanti del mondo dello spettacolo”. Prosegue così Marco Masini nel suo intervento a Le Iene, raccontando senza filtri e in maniera toccante come la fama sia stata per lui più croce che delizia. “Mi sentivo al di sopra di tutti; macchine costose, una nuova casa, ero convinto che sarebbe stato così per sempre”.



Il momento più ostico, all’apice del successo per Marco Masini, è però quando ingiustamente iniziano a circolare sul suo conto voci assurde, convinzioni fuori logica a proposito del suo presunto portare sfortuna. “Quando qualcuno nell’ambiente cominciò a far girare quelle voci fastidiose; sai… quelle cose odiose che dicevano già da tempo anche di una grande artista che poi si tolse la vita? ‘E porta sfiga, emana energie negative’. Ma l’unica persona a cui potevo portare sfiga ero io. E non per delle superstizioni stupide, ma perchè abbagliato dal successo troppo veloce avevo perso di vista quello che veramente era importante per me, la musica”.

Marco Masini, la scintilla per la rinascita: “Ecco quando ho ritrovato la passione…”

Da quelle dicerie sul suo conto, Marco Masini è arrivato quasi ad un passo dal lasciare il mondo della musica: “Senza contratti discografici, senza tv che mi ospitavano, senza radio che mi trasmettevano, senza concerti e a un certo punto decisi di smettere. Ero di nuovo al punto di partenza: io, un dolore, e un pianoforte”. Poi però, con grande forza, arriva quella scintilla – come raccontato a Le Iene – che ti permette di superare gli ostacoli più dolorosi. “E’ stato allora che ho ritrovato quella passione che mi muoveva da ragazzo, la voglia di suonare, cercare note e parole, raccontare storie. Poi ci sono tornato a Sanremo, ho anche vinto di nuovo, ma stavolta era diverso. Un secondo calcio di rigore, quando già ne avevo sbagliato uno. E non importa se non sono più i milioni di dischi dei vent’anni, non importa neanche se non ce li ho più vent’anni”. Il cantante ha poi concluso: “Quando capisci che, molto più dei numeri e dei trofei e delle macchine, conta quella passione che ti muove da sempre, allora quel rigore, stavolta, lo segnerai. Con un po’ di fortuna”.