Marco Mattei originario di Civitavecchia dove ha mosso i suoi primi passi musicali studiando chitarra jazz con Max Rosati, da alcuni anni vive un’esperienza intenzionale in giro per il mondo; e di un respiro Internazionale è pervaso il bel primo disco pubblicato da 7D Media/Third Star Records.
Out of Control (questo è il titolo) è composto da dodici tracce, da cui traspaiono facilmente i riferimenti musicali che ama. Potrebbe infatti essere il disco di nuove canzoni che i fan di Peter Gabriel, in crisi di astinenza, aspettano da una ventina d’anni. Per l’occasione in diversi brani suonano infatti Jerry Marotta alla batteria nei primi quattro dischi di Gabriel e Tony Levin basso e stick che ne ha accompagnato tutta la carriera, ma musicista presente anche nei King Crimson dagli anni 80 in poi (con l’alternanza con Trey Gunn negli anni 2000). Sempre dai King Crimson partecipa a questo disco anche Pat Mastelotto alla batteria in altri brani. Da Gabriel Mattei prende la capacità di usare, quasi piegare, la tecnologia per creare un clima rurale un ambiente delle dimensioni di un piccolo villaggio, in cui il protagonista può camminare con passo sicuro, senza fretta.
Il filo conduttore del disco, annunciato dal titolo, è la sempre maggiore consapevolezza che la vita sfugge al nostro controllo, ed è sempre qualcosa che supera a destra e a sinistra le nostre previsioni. Quella che noi chiamiamo identità è forgiata da tutti gli incontri che abbiamo fatto con i nostri Altri. Ma ciò che maggiormente sfugge al nostro controllo e che determina quindi il nostro sguardo sul mondo, è proprio l’Altro nella sua diversità. E il respiro si fa internazionale proprio nel susseguirsi di incontri con stranieri che diventano compagni.
Would I Be Me
La nostra storia è un susseguirsi di un elenco di circostanze, ma noi siamo di più delle circostanze che ci hanno formato e gli incontri con con la diversità degli altri ci fanno immedesimare con altre storie. Se avessi vissuto quelle storie io sarei ancora io? È il riconoscimento nell’altro della stessa nostra umanità. “Se fossi fuori di me, sarei ancora io, se non ti avessi incontrato, sarei ancora io? Quando giudichi, quando scegli, quando vinci, quando perdi, pensa a cosa sarebbe potuto essere, pensa: sarei ancora io?”
Picture In A Frame
La seconda canzone ci porta invece in un clima più disturbato, la fissazione in una situazione senza punti di riferimento, senza la possibilità di andare avanti o indietro come un quadro in una cornice “ciò che è giusto oggi, potrà essere sbagliato stasera”.
More Intense
“Perdendo ad un gioco a cui non volevo nemmeno giocare, Cerco la gioia, cerco riposo, cerco un contatto, cerco la pace. Come qualsiasi altro, solo un po’ più intensamente.”
I’ll Be Born
Il lato bucolico dei Pink Floyd incontra i flauti irlandesi in questa canzone d’amore al futuro anteriore: “Sarò nato domani, sarò nato ogni volta che sarai con me”.
Lullaby For You
Violini e slide guitar danno un sapore country a questa ninna nanna di un padre alla figlia. “Il mondo cambia e non so dirti cosa fare, come essere felice, come essere te stessa, sii presente, consapevole, e impara a trovare la tua via, vivi il momento, non alla giornata, vivi giovane donna, il tuo papà è fiero di te”.
Anymore
Un robusto riff di chitarra descrive la guerra tra i sessi, quando il rapporto con l’altro non è così idilliaco: “Mi hai fatto diventare il cattivo, ma non giocherò più a questo gioco mai più”.
Tomorrow
Ci porta nelle paludi del Mississippi con un blues strumentale.
Void
Strofe pinkfloydiane e ritornelli gabriellani forniscono il materiale sonoro di questo canto che indaga lo smarrimento del narratore quando non c’è più il rapporto con la sua lei. E’ l’insensatezza delle cose quando non accade più quel lampo che lo univa con l’amata. ”Lo specchio di quello sguardo che una volta splendette attraverso, era per me e te E più le cose cambiano, più rimangono le stesse”. Qui troviamo Chad Wakerman alla batteria, Fabio Trentini al basso (fresco di recente collaborazione con Markus Reuter).
On your side
Nell’incertezza una decisione è presa da questa voce, una strada per uscire dalla ‘selva oscura’: “Sono dalla tua parte, sono dalla tua parte. Scegli un percorso vero e camminerò con te, solo per vederti sorridere, sono dalla tua parte. Quando ogni giorno ti senti uguale, quando intorno a te non c’è nessuno da incolpare tranne me, sono dalla tua parte”.
After Tomorrow
Se il blues è una componente essenziale del substrato chitarristico di Mattei, qui la stratificazione di strumenti a corda impiegati ci porta più nei mari dell’Italia mediterranea: le acque che Pagani e De André navigavano in Creuza de ma.
Hidden Gems
La tavolozza di colori fonde un suono siderale alla Markus Reuter con una rallentata ritmica tribale, per portare alla luce come in un sogno le gemme nascoste nelle strade della propria storia.
Gone
L’autore ha la capacità di concentrarsi più sulla composizione senza cedere alla tentazione delle proprie possibilità soliste, mettendo la chitarra, e strati di chitarra, al servizio del climax dei vari brani. Ma si congeda con uno strumentale questa volta al servizio di una chitarra non più trattenuta. Una chitarra che parte lirica alla Santana e prosegue senza risparmiarsi con un crescendo di agitazione fino a consegnarsi tutta scarmigliata all’ascoltatore.
Nonostante la diversità dei cantanti e musicisti che hanno partecipato alla registrazione del disco, Marco Mattei riesce a dare unità creando un suono molto omogeneo che si fa ascoltare e riascoltare, fino a diventare un piacevole compagno di viaggio. Un viaggio dietro l’altro.