Era pronto a lasciarsi morire, ora Marco Milano sta provando a risollevarsi. L’attore e cabarettista, noto per la maschera comica di “Mandi Mandi” nel programma Mai dire gol, ha raccontato a Libero come è finito nel tunnel della depressione. «Il periodo nero cominciò nel 2008, quando improvvisamente Equitalia iniziò a mandare una serie di cartelle esattoriali pesantissime». Nell’intervista rilasciata a Libero oggi ha spiegato che il commercialista aveva sbagliato per quattro anni di seguito la sua dichiarazione dei redditi. «Così mi sono trovato di fronte ad un debito con lo Stato enorme che non potevo onorare. Equitalia mi ha portato via tutto!». Così Marco Milano è dovuto ripartire da zero. Ma nel 2014 cadde «in una depressione spaventosa». Era solo, senza soldi e la compagna di allora lo aveva lasciato. «Così mi chiusi in Maremma in una casa e, per quindici giorni, non presi nulla da mangiare e da bere come per lasciarmi morire. Volevo morire». Una telefonata gli ha salvato la vita: “Mandi Mandi” non sa ancora chi lo chiamò, ma ricorda che dopo aver farfugliato qualcosa si ritrovò in ospedale.
MARCO MILANO “EQUITALIA MI HA DISTRUTTO LA VITA”
Marco Milano rivela che Simona Ventura è una delle persone del mondo dello spettacolo con cui si è trovato bene. Ma nell’intervista rilasciata a Libero, peraltro al compagno della conduttrice, Giovanni Terzi, aggiunge: «È sempre stata attenta anche nei momenti difficili». Però la persona a cui resta più legato è Paolo Bonolis: «È una persona squisita». Quando ebbe quelle difficoltà solo un autore televisivo, Dario Viola, lo aiutò concretamente. «Grazie anche a lui ho iniziato a guadagnare e a rimettermi in sesto con i conti economici». Ora “Mandi Mandi” ha iniziato a girare i film di Natale che si sono fermati nella produzione, mentre per il futuro l’attore e cabarettista aveva proposto un format sugli anziani in Rai. «E con grande soddisfazione ho visto che adesso lo fanno, più allungato, Beppe Convertini e Anna Falchi. Significa che le mie idee sono ancora buone», conclude Marco Milano a Libero.