Marco Minniti, ex ministro degli Interni, nonché ex capo dell’intelligence italiana ed attuale presidente della Fondazione Med-Or, ha riflettuto sulle pagine del Quotidiano Nazionale sul 2024, che definisce come “l’anno più importante e, probabilmente, il più decisivo degli ultimi decenni per il futuro del mondo”. La causa, ovviamente, è “una serie di concatenazioni di fatti” che vanno dalla “presenza di due guerra, più una serie di conflitti regionali” fino a “una crisi grave delle strutture di governo multilaterali” ed al fatto che “sarà l’anno elettorale par excellence“.
Le elezioni, in particolare, spiega Marco Minniti, “riguarderanno un terzo della popolazione mondiale” e le democrazie, così, “saranno chiamate a misurarsi con il blocco dei regimi autoritari e del populismo internazionale”. Quello di Taiwan sarà il primo appuntamento, dal quale dipenderà “l’esito della contesa” con la Cina, dato che “se vincerà l’attuale partito di governo avremo la conferma di una linea indipendentista” che, secondo Marco Minniti, potrebbe spingere il governo cinese dall’intervento a lungo promesso, con il conseguente scoppio “della terza guerra mondiale“. Taiwan, infatti, rappresenta un “punto delicatissimo degli equilibri del pianeta sia perché ci sono questioni di principio sia perché ci sono questioni che toccano gli assetti dell’economia mondiale” dato che lì vengono prodotti buona parte “dei microchip di nuova generazione” da parte degli USA.
Marco Minniti: “Dal voto negli USA dipenderanno le sorti dell’Ucraina e dell’UE”
Dopo Taiwan, poi, spiega ancora Marco Minniti, sarà il momento dell’Europa, con le grandi forze politiche chiamate a “misurarsi con il populismo” che corre tanto in Francia, quanto in Germania, Italia e Spagna. Il primo effetto di queste elezioni, spiega, è la “decisione di Michel che ha annunciato la candidatura” con l’effetto di dover lasciare in anticipo il suo seggio e, di conseguenza, rischiare di lasciarlo occupare da “Orban”, con esiti disastrosi per l’Ucraina.
Ma su quest’ultimo tema, centrale sarà soprattutto, avverte Marco Minniti, il voto negli USA, che avviene “nelle condizioni più difficili della sua storia”. Nel caso vincesse Trump “gli effetti sarebbero enormi” perché si tornerebbe al principio di “America First” con l’abbandono dell’Ucraina, lasciata in mano all’Europa, la quale, però, senza USA non riuscirà a garantire il supporto attuale a Kiev. “Il popolo ucraino si sentirebbe tradito” ma non per questo “si arrenderà” con l’effetto che andremo incontro ad “un drammatico aggravamento del conflitto“. Così, spiega Marco Minniti, “l’Europa sarà costretta a assumersi responsabilità notevoli” ma senza esserne veramente preparata, con il rischio che possa “collassare, con il ritorno degli interessi nazionali”. Insomma, il 2024 sarà “un tornante cruciale della storia del mondo” in un momento in cui “le democrazie appaiono fragili e in recessione non solo rispetto alle autocrazie votanti, ma anche rispetto alla sfida del populismo”.