La morte di Marco Pantani torna al centro della trasmissione Le Iene, in occasione della nuova puntata in onda nella prima serata di oggi di Italia 1. Nei giorni scorsi è giunta la decisione della procura di Rimini di proseguire nelle indagini a distanza di 17 anni dalla morte del campione di ciclismo. Marco Pantani si è davvero suicidato nella sua stanza d’hotel al residence Le Rose o è stato ucciso? Da una parte c’è la tesi sostenuta dalle autorità giudiziarie, dall’altra quella della famiglia Pantani che non si è mai arresa alla volontà di voler andare in fondo a questa triste storia.



L’inviato della trasmissione di Davide Parenti, Alessandro De Giuseppe torna ad occuparsi del caso dando spazio ad una testimonianza inedita, raccolta in questi anni. De Giuseppe è stato colui che raccolse per primo le dichiarazioni di Fabio Miradossa, lo spacciatore che forniva la cocaina a Marco Pantani e che sostenne con fermezza: “E’ stato ucciso”. Al tempo stesso il giornalista cercherà anche di analizzare che presunte incongruenze facendo il punto della situazione.



Morte Marco Pantani, al via la terza inchiesta

La terza inchiesta sulla fine di Marco Pantani parte dalle parole dell’ex pusher Miradossa. La procura di Rimini torna ad indagare contro ignoti con l’accusa di omicidio dopo le due precedenti chiuse con l’archiviazione. Questa volta però a rimettere in moto le indagini ci ha pensato la commissione parlamentare Antimafia, con una relazione inviata ai magistrati di Rimini. L’elemento considerato rilevante è rappresentato, come scrive HuffingtonPost, dall’audizione in parte secretata dell’ex spacciatore Fabio Miradossa il quale aveva già patteggiato nel 2005 nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per spaccio e morte come conseguenza di altro reato.



L’uomo, in commissione, nel gennaio dello scorso anno aveva spiegato: “Marco è stato ucciso, l’ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato”. Con l’avvio della terza inchiesta, la madre del Pirata, la signora Tonina, è stata sentita in procura per due ore dal pm Luca Bertuzzi, accompagnata dai legali Fiorenzo e Alberto Alessi. “Mamma Tonina chiede di capire una volta per tutte se il figlio è morto per un mix di antidepressivi con la cocaina assunta precedentemente, oppure se ci sono altri motivi”, ha commentato la sua difesa in merito alle conclusioni delle ultime consulenze medico-legali. E’ arrivato il momento di scrivere la parola fine a questa dolorosissima vicenda?