Uno dei giorni che ha cambiato la storia dello sport italiano è il 5 giugno 1999, quando a Madonna di Campiglio, e più precisamente all’Hotel Touring, si tenne il controllo anti doping a sorpresa da cui emersero i livelli di ematocrito troppi alti nel sangue di Marco Pantani. Ora c’è il sospetto che quel test sia stato manipolato dalla camorra per un giro di scommesse clandestine: è quel che sta cercando di verificare la procura di Trento che ha riaperto il caso dopo 25 anni. Antonio Dallagiacoma, che ora ha affidato al figlio Bruno la gestione dell’albergo, ricorda quei giorni al Corriere della Sera, raccontando ad esempio una stranezza, cioè che Marco Pantani al rientro in albergo non era per nulla soddisfatto, con Gimondi che gli chiese cosa avesse fatto, inoltre cenò molto tardi con l’allora direttore della Gazzetta, Candido Cannavò.



Il mattino ci fu l’ormai noto controllo dell’Unione calcistica internazionale, su cui rimarca che il 60% della popolazione local ha livelli alti di ematocrito nel sangue a causa dell’altezza del luogo, come gli aveva spiegato anni fa un medico. Quando si sparse la notizia, ci fu un vero e proprio assalto dei giornalisti: «Mi sfasciarono l’albergo». Per questo chiamò i carabinieri, ma i giornalisti scrissero che erano arrivati per arrestare Marco Pantani. In realtà, «lo sostenevano, perché dalla disperazione faceva fatica a reggersi in piedi». Il gestore dell’Hotel Touring di Madonna di Campiglio ricorda anche che al Pirata venne proposta una suite, ma lui rifiutò chiedendo invece la camera più piccola e senza balcone per non essere disturbato dai tifosi.



“MARCO PANTANI? UNA PERSONA MOLTO FRAGILE”

Antonio Dallagiacoma al Corriere della Sera riferisce anche che quei giorni furono molto stressanti anche per loro e i dipendenti, perché tutti erano dispiaciuti per Marco Pantani. Tra l’altro, aggiunge che la moglie conosceva bene il Pirata, in quanto la Mercatone Uno d’inverno si recava all’Hotel Zeledria a Campo Carlo Magno, la cui proprietaria è un’amica della moglie che l’aveva invitata a pranzo col campione. «Ancora oggi lo ricorda come una persona molto fragile».

Alla domanda se qualche ospite abbia avanzato la richiesta di vedere la stanza dove dormiva mMarco Pantani, Bruno Dallagiacoma ammette che effettivamente è un desiderio comune tra i tifosi del ciclista, mentre tanti stranieri chiedono di vedere l’albergo. Quattro anni fa ci si è recata Tonina, la mamma di Marco Pantani: «Mi è sembrata molto triste ed era un po’ angosciata di essere dove suo figlio si era trovato a vivere una situazione tragica, dopo la gioia della vittoria», hanno concluso i Dallagiacoma.