Alessandro De Giuseppe continua l’inchiesta sulla morte di Marco Pantani e, come vi dicevamo, ha intervistato Fabio Miradossa, lo spacciatore che ha fornito l’ultima dose di cocaina al pirata. «E’ stato ucciso»: la frase choc dell’uomo a Le Iene, che fornisce una storia molto diversa da quella ufficiale. Miradossa spiega di «avere un appuntamento con Marco» ma di «essere a Napoli per il compleanno della nipote». Allora ha inviato Ciro Veneruso per consegnare la droga a Pantani: «Si è visto con lui, ha fatto lo scambio e non ha dato soldi: non ha dato i soldi. Gli avevo detto che poi li avrebbe dati a me». L’ex spacciatore del Pirata ha aggiunto poco dopo: «Il mio uomo ha portato 15-20 grammi, non si può morire: chi fuma crack, non fuma 15-20 grammi perché diminuisce il peso». Un quantitativo di droga che può essere usato «in una notte». Pantani avrebbe dovuto dare 20 mila euro a Miradossa: «Erano un po’ un debito vecchio, un po’ una fornitura. Non avevo problemi con lui». E chi poteva sapere dei 20 mila euro? «Perché non ha indagato su questo? I soldi non si sono mai trovati». Clicca qui per vedere il video de Le Iene. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“MARCO PANTANI E’ STATO UCCISO”

Marco Pantani è morto ufficialmente per un arresto cardiaco causato dall’abuso di droga e farmaci. Ma per Fabio Miradossa, lo spacciatore che gli vendeva la cocaina, il ciclista è stato ucciso. Dopo essere uscito dal carcere non ha mai parlato con nessuno, ma a “Le Iene” ha deciso di raccontare la sua versione, ben diversa da quella ufficiale. «Marco non è morto per cocaina. Marco è stato ucciso. Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso». Miradossa ritiene che gli inquirenti non siano andati a fondo. «Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso era lucido». Inoltre, ha spiegato che il Pirata il giorno in cui è stato trovato morto era stato al Touring e quando è tornato allo Chalet era lucido. Stasera però le altre dichiarazioni rilasciate dallo spacciatore di Pantani in esclusiva a “Le Iene”. (agg. di Silvana Palazzo)



MARCO PANTANI UCCISO? IL CASO DI NUOVO A LE IENE

Le Iene” tornano ad occuparsi della morte di Marco Pantani. La famiglia del ciclista, morto nel 2004, continua a chiedere verità e giustizia nella convinzione che le indagini non abbiano fatto chiarezza sulle circostanze della tragedia. Ma ora potrebbero esserci novità sul caso. Infatti l’inviato Alessandro De Giuseppe ha intervistato Fabio Miradossa, lo spacciatore che ha venduto al ciclista gli ultimi grammi di droga. Torna a parlare dopo aver patteggiato e scontato da tempo la sua pena. La Gazzetta dello Sport nei mesi scorsi ha riportato le dichiarazioni di Fabio Carlino, titolare a Rimini di un’agenzia di ragazze-immagine assolto in Cassazione. «Bisogna scavare, scavare. Pantani non aveva manie suicide. E so che quando Miradossa andò in carcere a Napoli, fu avvicinato da soggetti della malavita che gli dissero: “Tu patteggi e non parlare”». Ora comunque Fabio Miradossa parla e lo fa a “Le Iene” dopo essere rimasto a lungo in silenzio.



FABIO MIRADOSSA DIEDE A MARCO PANTANI ULTIMA DOSE DI DROGA

Nel 2007, tre anni dopo la morte di Marco Pantani, Fabio Miradossa si trincerò dietro tanti “non ricordo”. Vuoti di memoria che dal banco dei testimoni, nel processo che vedeva alla sbarra Fabio Carlino, poi assolto in Cassazione, e l’amante russa del Pirata Elena Korovina, giustificò con la voglia di dimenticare tutta la storia. Ma Miradossa viveva con Carlino nell’appartamento vicino al residence dove Pantani morì. Era il quartiere generale degli spacciatori del Pirata, secondo gli inquirenti. Sono dunque tanti gli aspetti ancora da chiarire di questa vicenda, ma per Elisabetta Melotti, procuratore del Tribunale di Rimini, non ci sono novità. «Rispetto a ciò che ha già valutato il giudice, non ci sono elementi nuovi di nessun genere: gli elementi sono stati già tutti esaminati dal giudice», ha dichiarato in audizione alla Commissione parlamentare antimafia il mese scorso. Per la famiglia Marco Pantani è stato ucciso, ma Melotti ha concluso che «non sono emersi elementi nuovi rispetto a quelli già evidenziati».

MARCO PANTANI, PROCURA RIMINI “NESSUNA NOVITÀ SULLA SUA MORTE”

Le indagini della Procura di Rimini sono state due. La prima sulla morte di Marco Pantani, «ritenuta addebitabile a intossicazione acuta di cocaina». Il magistrato Melotti ha spiegato il mese scorso che l’inchiesta ha portato ad escludere il coinvolgimento di terzi. «La causa era accidentale». La seconda indagine è nata dall’esposto della famiglia di Pantani, secondo cui la morte era frutto di un omicidio. Ma l’inchiesta è stata archiviata. Per il gip l’ipotesi omicidiaria era «fantasiosa». In merito al presunto coinvolgimento della criminalità nell’ipotesi dell’omicidio del ciclista, il procuratore Melotti in Commissione Antimafia ha spiegato che «non è prospettato quale interesse potesse esserci essendo Pantani stato eliminato dal Giro d’Italia già dal ’99 per doping». Ha quindi ribadito che non ci sono elementi nuovi. E di fronte alla richiesta della famiglia di indagare sulla morte del Pirata, Melotti ha affermato: «A distanza di 15 anni è oggettivamente difficile avere elementi originali».