Il caso Marco Pantani continua a riservare colpi di scena. L’ultimo arriva da una presunta testimonianza inedita che sarebbe contenuta tra le pagine della relazione della Commissione parlamentare antimafia sulla morte del campione, avvenuta nel 2004 in circostanze per la famiglia mai chiarite. Marco Pantani fu trovato senza vita il giorno di San Valentino, nella sua stanza d’albergo a Rimini, e da allora sulla sua sorte si avvicendano spinosi interrogativi che affondano parte di radici nell’esclusione del corridore dal Giro d’Italia 1999 a Madonna di Campiglio.



In audizione davanti all’Antimafia, un nipote della madre di Marco Pantani avrebbe reso una dichiarazione molto importante, capace di accendere altri riflessi sinistri sul giallo Pantani. Secondo il racconto riportato ancora dal Corriere, l’uomo avrebbe parlato di una visita particolare da parte di un poliziotto: “Fu mandato da qualcuno a casa mia per dirmi ‘Finitela perché avete rotto le p…’“. Una “minaccia” che riguarderebbe le indagini della famiglia di Marco Pantani che mai ha creduto alla ricostruzione ufficiale del decesso del campione. Due anni dopo quel singolare incontro, l’agente sarebbe morto in un incidente senza testimoni.



Marco Pantani: il mistero di un poliziotto che avrebbe “minacciato” un parente del Pirata

Secondo quanto viene riportato dal quotidiano, in Commissione parlamentare antimafia su Marco Pantani sarebbe emerso un dettaglio finora inedito. A parlare sarebbe un parente del Pirata e il suo racconto avrebbe acceso un faro sulla presunta morte sospetta di un poliziotto che, all’epoca, gli avrebbe rivolto queste parole: “Quel poliziotto? Un giorno di primavera, prima che aprissimo l’albergo, c’era anche mia moglie, viene a casa mia e ci dice: ‘Smettete di indagare perché avete rotto le p…’. Fate la fine di Marco. Dì a tua zia (Tonina, madre di Pantani, ndr) che fate tutti la fine di Marco’“.



La versione del familiare di Marco Pantani sarebbe stata raccolta in Commissione nel novembre 2020. Il poliziotto che lo avrebbe incontrato per riferirgli quelle “minacce” da mittente rimasto ignoto è deceduto nel 2006 in un incidente in moto di cui non vi sarebbero testimoni. “Una morte sospetta“, avrebbe dichiarato il parente del ciclista sentito in audizione. Si tratterebbe dello stesso agente che, il 14 febbraio di due anni prima, nel 2004, lo avrebbe contattato per dirgli, senza dare precisazioni, che a Marco Pantani era successo qualcosa di grave. L’uomo che avrebbe reso questa testimonianza in Commissione antimafia, spiega ancora Il Corriere della Sera, avrebbe inoltre affermato di non essere stato mai sentito dagli inquirenti. Né si sarebbe rivolto spontaneamente alle forze dell’ordine perché, secondo la sua ricostruzione, destinatario delle presunte minacce in questione dopo aver cercato di indagare sulla morte del cugino.