Marco Pantani ci emoziona e fa commuovere ancora: oggi avrebbe compiuto 50 anni, essendo nato il 13 gennaio 1970 a Cesena, dunque giornali e televisioni in questi giorni lo stanno celebrando e per chi ama il ciclismo è allo stesso tempo un piacere e una fitta al cuore. Il Pirata è stato uno dei campioni più amati nella storia dello sport italiano sia per i suoi leggendari successi sia per il modo in cui li ottenne. La carriera di Marco Pantani infatti fu costellata da una serie di infortuni impressionanti, che avrebbero affossato chiunque ma non lui. L’esultanza in vetta all’Alpe d’Huez in occasione della tappa vinta al Tour 1997 è il momento più significativo in tal senso: Pantani non vinceva da due anni, nei quali aveva passato più giorni tra letti d’ospedale e riabilitazione piuttosto che in bicicletta, la vittoria sulla salita per eccellenza del Tour era dunque il segnale: “Sono tornato”. Il 1998 fu l’anno della leggenda, che realizzò tutte le promesse sbocciate al Giro 1994, quando sul Mortirolo staccò un certo Miguel Indurain e chiuse poi al secondo posto. Il trionfo nella Corsa Rosa ebbe il sapore della liberazione, considerando che proprio dal 1994 Pantani di fatto non era più riuscito ad essere protagonista al Giro, la doppietta con il Tour – che nessuno più è riuscito a fare dopo di lui – fu la leggenda, l’attacco sul Galibier il ricordo che nessuno potrà mai dimenticare.



MARCO PANTANI: UN RICORDO INCANCELLABILE

Il ricordo di Marco Pantani è però anche una fitta al cuore, come dicevamo. Tutto cambiò quel maledetto 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, quando Pantani fu sospeso al penultimo giorno di un Giro letteralmente dominato (ricordate Oropa?) per ematocrito alto – non squalificato per doping, questo è bene ricordarlo. Fa ancora più male pensare che su quel controllo si allungano ombre sospette, che parlano di provette manipolate per un giro di scommesse della malavita organizzata; in ogni caso, quello fu il punto di svolta. Da allora mai più nulla fu come prima: nel 2000 Pantani tornò grande, con due bellissime vittorie di tappa al Tour, ma qualcosa era definitivamente cambiato. Il mondo del ciclismo non lo aiutò per nulla (basterebbe ricordare che il Tour non lo invitò più) proprio mentre cominciava l’epoca – poi cancellata a posteriori proprio per doping – di Lance Armstrong, le Procure di mezza Italia si misero a indagare su di lui, ma soprattutto era l’uomo Marco Pantani a non essere più lo stesso. Depressione, alcol fino all’amaro epilogo del 14 febbraio 2004. Anche sulla morte di Pantani restano tanti, troppi dubbi, proprio come su quel controllo di Madonna di Campiglio che fu l’inizio della fine: speriamo che la giustizia prima o poi arrivi alla verità, di certo Marco pagò un prezzo esagerato per le sue colpe, ma anche per questo è impossibile non continuare ad amarlo per sempre. Grazie Marco, auguri!

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